Approfondimento

Un esperimento agricolo da record

Ricercatori confrontano coltivazioni biologiche e convenzionali dal 1978 a Therwil, con risultati preziosi per il futuro dell’agricoltura

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Su 96 parcelle si confrontano diversi metodi di coltivazione da quasi 50 anni

  • Keystone
Di: Hanna Girard (SRF)/sf 

Da quasi 50 anni, Confederazione, con Agroscope, e Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica (FiBL) conducono a Therwil un esperimento a lungo termine sull’agricoltura. Su un ettaro di terreno di Basilea Campagna studiano come i metodi di coltivazione biologici e convenzionali influenzino resa, qualità del suolo e clima.

L’esperimento comprende 96 parcelle e attualmente vi si coltivano patate, grano e prati misti a trifoglio, come foraggio per animali. Jochen Meyer, ricercatore di Agroscope e co-responsabile dell’esperimento “DOK”, spiega che avere un suolo così uniforme è una rarità: “Questo è un terreno agricolo eccezionale, uno dei migliori in Svizzera”.

Nei campi, le patate vengono piantate fianco a fianco secondo metodi diversi. I risultati degli esperimenti sono chiari: “I sistemi biologici raggiungono circa l’85% delle rese dei sistemi convenzionali”, spiega Meyer. Sebbene si utilizzi circa un terzo in meno di fertilizzanti azotati e circa dieci volte meno prodotti fitosanitari, le perdite sono in media relativamente contenute.

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A Therwil un esperimento agricolo unico al mondo

Telegiornale 26.06.2025, 20:00

Il biologico è efficiente, ma meno stabile

Esistono però delle differenze a seconda della coltura: “Se si osservano le colture relativamente importanti per l’alimentazione umana, come cereali e patate, allora le differenze di resa sono più marcate”.

Per quanto riguarda le patate, che richiedono una particolare attenzione nella protezione delle piante, si può raccogliere in media circa un terzo in meno. Inoltre, le rese nel biologico sono meno stabili: “Ci sono circa il 40% di variazioni in più rispetto alle superfici coltivate in modo convenzionale”, sottolinea Meyer.

Un esperimento dal valore internazionale

Esistono molti altri studi che confrontano l’agricoltura biologica e quella convenzionale, afferma Meyer, “ma nessuno lungo quanto quello svizzero”. Anche Else Bünemann del FiBL sottolinea: “In nessun altro caso l’analisi scientifica degli effetti dei diversi metodi di coltivazione su resa e suolo è così precisa”.

Uno dei punti di forza dell’esperimento è l’osservazione simultanea di più colture: “Ogni anno coltiviamo tre specie diverse contemporaneamente, il che ci permette di compensare le variazioni climatiche e gli anni difficili per una coltura, ottenendo così risultati affidabili”, spiega Bünemann.

Al centro dell’attenzione ci sono anche gli effetti sul clima. “Quando nel sistema c’è complessivamente meno azoto, in particolare meno azoto disponibile, anche le emissioni di protossido di azoto sono inferiori”, spiega Bünemann. “E il protossido di azoto è un gas serra estremamente potente”. Sulla crisi climatica c’è ancora molto da studiare, ma una cosa è già chiara: l’agricoltura biologica presenta chiari vantaggi.

Uno sguardo al futuro

Per rendere l’agricoltura biologica ancora più efficiente in futuro, secondo Meyer servono nuovi approcci: “Ad esempio, l’utilizzo dell’azoto dalle acque reflue o direttamente dall’urina umana”. E aggiunge: “In questo modo potremmo chiudere i cicli dei nutrienti e disporre esattamente della quantità necessaria per colmare il divario di resa”.

Per ora, però, si tratta ancora di ipotesi futuristiche. La ricerca a Therwil dovrebbe, secondo i responsabili, continuare per almeno altri 50 anni. Dal 1978, l’esperimento ha prodotto, secondo FiBL e Agroscope, oltre 140 pubblicazioni scientifiche e numerose tesi di master e dottorato.

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