La vicenda dei gruppi in WhatsApp degli agenti della polizia di Losanna si sta trasformando in un braccio di ferro fra il Municipio della città e il sindacato di categoria AFPL, che in una lettera entrata in possesso di RTS chiede al Comune di ritirarsi dal caso, lo accusa di parzialità e gli chiede di sospendere tutte le misure amministrative nei confronti degli otto poliziotti attualmente sospesi che rischiano il licenziamento.
In alcuni dossier, le decisioni prese appaiono “sproporzionate”, scrive il comitato dell’Associazione dei funzionari di polizia losannesi. “La maggior parte”, si legge ancora, “non contenevano le immagini a carattere discriminatorio mostrate in conferenza stampa, ma piuttosto immagini e testi umoristici, per quanto discutibili”. Si sottolineano inoltre il fatto che i messaggi fossero ormai datati, “l’assenza di legame fra questi e un comportamento inadeguato” e “lo stato di servizio” degli agenti oggetto dell’inchiesta.
I vertici dell’AFPL sostengono quindi che vi sia stato un trattamento iniquo ed esigono un’analisi imparziale ed esterna del contenuto delle chat incriminate, che avevano rispettivamente 6 e 48 membri - agenti o ex agenti - e sono state chiuse nel 2023. Ai media, l’Esecutivo aveva mostrato alcuni esempi, dai contenuti razzisti, antisemiti, sessisti e omofobi.
A RTS, il sindacato ha detto di non aver voluto che la lettera apparisse sulla stampa e di volere una discussione sulla questione e non una battaglia mediatica. Quanto alla Città, preferisce non commentare: la risposta sarà riservata agli autori della missiva.