Ventuno aziende si sono impegnate in Svizzera a ridurre la percentuale di zucchero in alcuni tipi di prodotti, come bibite, cereali da colazione, quark e yogurt. Tra di loro ci sono grandi nomi, come Coca-Cola e Nestlé. Le riduzioni, indicate nella Dichiarazione di Milano 2025-2028, variano tra il 5 e il 10%. Ma questi numeri hanno davvero un effetto sulla salute?
“Per le persone abituate a consumare questi prodotti tutti i giorni può avere un impatto sul lungo termine”, spiega alla RSI la dietista Lisa Caravatti-Poretti. “Il consiglio è comunque quello di mangiare cibi il più naturali possibili”.
Altrettanto importante, dice la dietista, è capire qual è la causa dell’eccessivo consumo di zucchero nei singoli individui: “Spesso è un’abitudine consolidata negli anni, che proviene dall’infanzia. Molti bambini piccoli sono esposti a un eccessivo consumo di bibite zuccherate. Questo porta spesso a una dipendenza che si perpetua nell’adolescenza e nell’età adulta”.
Ci sono poi gli aspetti psicologici: “Spesso il cibo zuccherato consumato in maniera eccessiva risponde a un bisogno che non è la fame. Questi alimenti vengono usati come consolazione per emozioni come tristezza, rabbia, ansia. Ma è una consolazione che dura poco”.
I dati sul consumo di zucchero in Svizzera sono preoccupanti: una persona ne ingerisce, in media, 100 grammi al giorno. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) consiglia di non superare i 50 e indica che diminuire ulteriormente questa quantità può apportare benefici aggiuntivi alla salute.
Dipendenza da zucchero: se ne può uscire
È possibile uscire da soli da una dipendenza da zucchero? Chiaramente dipende dall’ampiezza del problema e delle cause che portano al consumo eccessivo: “Fino a un certo grado di dipendenza se ne può uscire da soli, cercando di diminuire a poco a poco lo zucchero e i prodotti zuccherati laddove risulta più semplice”, indica Caravatti-Poretti.
Ci sono altri casi, però, dove diminuire non basta. Soprattutto, spiega la dietista, quando si è abituati a consumare cibi e bibite molto zuccherati in diversi momenti della giornata, con pasti principali con poche proteine e pochi grassi di buona qualità nutritiva. Questo porta a picchi di energia che poi scendono velocemente, lasciando le persone stanche e spossate, che cercano così altri zuccheri. “In questo caso bisogna effettuare un lavoro sulle motivazioni che spingono a effettuare tali scelte alimentari
e, a poco a poco, strutturare diversamente pasti e spuntini, avvicinandosi il più possibile a un’alimentazione equilibrata”. Anche quando è presente una malattia, come diabete e obesità, vanno trattati dagli specialisti e necessitano di un supporto medico mirato.
Le insidie degli edulcoranti
C’è poi tutta la questione degli edulcoranti. Per ridurre le calorie in molti scelgono, a volte senza accorgersene, prodotti che contengono dolcificanti. Sembra una soluzione “win-win”: mangio o bevo qualcosa con un gusto dolce senza subire gli effetti problematici dello zucchero. Ma la realtà è un po’ diversa. “Il cervello sul momento percepisce dal gusto dolce che stiamo introducendo nel corpo degli zuccheri, dell’energia. Poi però si accorge che queste calorie non sono arrivate e dopo un’ora o due la persona avrà fame e andrà a cercare il gusto che gli è rimasto impresso, quindi qualcosa di dolce”, sottolinea la dietista.
Insomma, scorciatoie non ce ne sono e l’impegno delle aziende a ridurre lo zucchero non prescinde dalle scelte individuali.
Le aziende che hanno firmato la Dichiarazione di Milano 2025-2028
ALDI SUISSE AG, bio-familia AG, Coca-Cola Schweiz GmbH, Coop Società Cooperativa, Cremo SA, Danone Svizzera S.A., Emmi Schweiz AG, Goba SA, Sorgente minerale e manifattura, Lidl Schweiz AG, Migros Supermercati SA, Mineralquelle Eptingen AG, Mineralquellen Adelboden AG, Mineralquelle Rhäzüns, Molkerei Lanz AG, Nestlé Svizzera S.A., RAMSEIER Suisse SA, Rivella SA, Schweizerische Schälmühle E. Zwicky AG, ViCOLLECTIVE AG, Volg Konsumwaren AG, Wander AG.

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Notiziario 21.08.2025, 16:00
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