Svizzera

Sanità elettronica: cambia tutto, o quasi

L’attuale meccanismo è stato un flop. Il Consiglio federale vuole sostituirlo con un unico sistema centralizzato, al quale sarà però possibile non aderire

  • Un'ora fa
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Le cartelle mediche dei pazienti digitalizzate saranno legge tra due anni

Le cartelle mediche dei pazienti digitalizzate saranno legge tra due anni

  • ©Ti-Press
Di: MgT 

La sanità elettronica in Svizzera riparte da zero, o quasi. La Cartella informatizzata del paziente (CIP), lanciata nel 2015, si è rivelata un mezzo fallimento: problemi di interoperabilità, costi aggiuntivi e soprattutto un successo assai modesto tra la popolazione, con meno di 124’000 cartelle aperte nel 2025.

Il Consiglio federale vuole rivedere in profondità il sistema: non più una rete di numerosi fornitori privati, in concorrenza tra loro, ma un unico sistema centralizzato che dovrà consentire una visione di insieme del soggetto. Le informazioni della Cartella sanitaria elettronica (CSE, il nuovo nome del sistema) continueranno ad appartenere al titolare, saranno ovviamente protette e riservate, ma aderire al sistema non richiederà più una domanda - piuttosto complessa, come avviene oggi. Ogni cittadino svizzero o straniero domiciliato che abbia almeno 14 anni e capacità di discernere si vedrà aprire una CSE in automatico e le attuali CIP verranno convertite senza bisogno di fare nulla. Sarà però sempre possibile opporsi, e anche ripensarci: chiudere la CSE se la si è aperta, aprirla se non lo si è già fatto o riaprirla se la si è chiusa.

Ospedali, case di cura, medici autorizzati e tutti i protagonisti della salute potranno collegarsi e scrivere informazioni nella CSE. Gli standard tecnici e di sicurezza saranno quelli della CIP, per facilitare la migrazione e non sprecare gli investimenti già fatti. Sarà la Confederazione a gestire l’infrastruttura tecnica e gestirà il registro con i nomi delle persone che hanno deciso di non partecipare. Ma saranno i Cantoni a gestire l’apertura delle cartelle (e a rilevare le opposizioni) garantendo che su tutto il territorio sia presente almeno una comunità di cura. Infine spetterà alle comunità – ospedali, medici, farmacisti e altri professionisti – fornire supporto e servizi di assistenza. Saranno loro il punto di contatto per tutte le domande sulla CSE, più eventuali compiti delegati dai cantoni.

Se tutto andrà come spera il Consiglio federale, il sistema entrerà in funzione nel 2030, dopo almeno due anni per la messa in opera e la migrazione dal sistema attuale.

Notiziario delle 14.00 del 05.11.2025

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