Lo statuto di protezione S per i profughi provenienti dall’Ucraina non sarà revocato prima del 4 marzo 2027. Ma sarà limitato - per quanto riguarda le nuove domande - alle persone il cui ultimo luogo di residenza si trova in una delle regioni ucraine occupate dalle truppe russe o nelle zone di combattimento.
Lo ha deciso mercoledì il Consiglio federale, precisando che le misure di sostegno a favore dei titolari dello statuto S vengono pure prorogate di un anno. La Confederazione partecipa con un contributo di 3’000 franchi per persona all’anno alle iniziative d’integrazione promosse dai Cantoni, incentrate in particolare sulla promozione linguistica e sull’accesso alla formazione e al mercato del lavoro, specifica una nota governativa.
Tenuto conto della situazione tuttora instabile e del protrarsi degli attacchi russi su diverse aree dell’Ucraina, l’Esecutivo ritiene ancora soddisfatte le condizioni per mantenere lo statuto di protezione S. Malgrado gli sforzi di pace a livello interazionale, una stabilizzazione duratura della situazione in tutto il territorio ucraino, tale da garantire un ritorno sicuro, non appare realistica nel medio periodo, viene precisato.
Maggiore chiarezza
Con questa decisione, il Consiglio federale chiarisce così la situazione dei prossimi 18 mesi per le persone in cerca di protezione, i Cantoni, i Comuni e i datori di lavoro. Secondo il Governo, qualora la situazione in Ucraina dovesse stabilizzarsi in modo duraturo, il Consiglio federale deciderà nuovamente in merito allo statuto di protezione S.
Poiché la Svizzera fa parte dello spazio Schengen, l’Esecutivo ritiene imprescindibile una stretta concertazione con l’Unione Europea (UE). Il 13 giugno 2025 gli Stati dell’UE hanno deciso di prorogare la protezione provvisoria fino al 4 marzo 2027 senza prevedere restrizioni territoriali.
In attuazione di una decisione del Parlamento, tuttavia, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) nel concedere la protezione provvisoria distingue ora “tra regioni in cui il ritorno è considerato esigibile e regioni in cui non lo è”.
Verifica periodica della situazione
Adottando la mozione di Esther Friedli (UDC/SG), le Camere federali hanno infatti deciso di riservare lo statuto di protezione S ai soli profughi provenienti dai territori ucraini occupati o contesi. Nel concedere la protezione provvisoria si distingue ora tra regioni in cui il ritorno è considerato esigibile (regioni di Volinia, Rivne, Leopoli, Ternopoli, Transcarpazia, Ivano-Frankivsk e Chernivtsi) e regioni in cui non lo è.
Questa nuova regola non riguarda né le persone che già beneficiano dello statuto di protezione S, né i loro familiari che si trovano ancora in Ucraina. Poiché la situazione nelle regioni ucraine evolve di continuo, la SEM riesamina regolarmente tale elenco e, se necessario, lo aggiorna.
Attualmente, in Svizzera soggiornano 69’906 beneficiari dello statuto S, un dato in continua anche se lenta crescita dal febbraio del 2024.
SEM esamina singoli casi
La SEM continuerà a esaminare ogni singolo caso. Se respinge una domanda di protezione perché il richiedente proviene da una regione in cui il ritorno è considerato esigibile, ne ordina l’allontanamento. Qualora nel caso concreto l’esecuzione del rinvio risulti inammissibile o non esigibile, la persona è ammessa provvisoriamente in Svizzera. Alle persone escluse dallo statuto di protezione S resta inoltre aperta la possibilità di chiedere asilo in Svizzera, si legge ancora nel comunicato.
Le nuove regole entrano in vigore il 1° novembre 2025 e si applicano a tutte le domande esaminate dopo tale data, anche se presentate prima. Alla stessa data entra in vigore anche la modifica ai viaggi in Ucraina decisa dal Parlamento: i titolari dello statuto di protezione S potranno recarsi in Ucraina per 15 giorni a semestre, anziché per 15 giorni a trimestre come attualmente previsto.