Il tribunale distrettuale di Andelfingen (ZH) ha condannato a 36 mesi di detenzione (9 quelli da scontare, compresi i 5 già trascorsi dietro le sbarre) un 46enne comparso in aula la scorsa settimana con le accuse di tratta di esseri umani e sequestro di persona.
Con la moglie filippina l’uomo - cittadino svizzero, reo confesso - prometteva a giovani donne straniere un’istruzione e un permesso di soggiorno, che non avrebbero mai ottenuto, per poi chiuderle in gabbia e renderle schiave domestiche. Anche la moglie, che si professava innocente e attribuiva a lui ogni colpa, è stata condannata (un anno e quattro mesi sospesi più una pena pecuniaria di 50 aliquote) e sarà espulsa dal Paese.
L’imputato, narcisista con spiccate tendenze sadiche, era riuscito a far venire in Svizzera una 22enne filippina e una 30enne brasiliana. La prima lavorava sei giorni su sette (ma era reperibile in ogni momento) per 800 franchi al mese e un’ospitalità in condizioni disumane: viveva in una gabbia di due metri quadrati senza finestre e con un secchio come gabinetto. Veniva incatenata e vessata quotidianamente. La sudamericana si era aggiunta in seguito, fra il giugno e il luglio del 2019. A quel punto la fuga e la denuncia della filippina (il cui calvario è durato 10 mesi) avevano portato all’intervento della polizia e all’arresto dell’uomo, attivo nel ramo informatico.

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Notiziario 17.09.2024, 11:00
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