Svizzera

Too big to fail, “più delle regole conta la volontà politica”

L’Associazione dei banchieri ritiene quasi eccessive le misure proposte dal Governo - Per gli esperti Peter Kunz e Carlo Lombardini ci sono fattori più rilevanti delle norme

  • 10 aprile, 21:42
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Norme che reagiscono alla crisi del Credit Suisse, assorbito da UBS

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Di: SEIDISERA/TG/pon

L’Associazione svizzera dei banchieri ha criticato le misure proposte dal Consiglio federale per controllare meglio i rischi associati alle cosiddette banche di rilevanza sistemica. In particolare, l’ASB ritiene che l’ampio pacchetto di misure proposto da Berna “rasenti l’eccesso” e chiede soprattutto che le misure siano coordinate a livello internazionale, con l’obiettivo primario di “preservare la competitività della piazza finanziaria svizzera” . La reazione dell’associazione presieduta da Urs Rohner si contrappone a quella prudente degli istituti interessati: UBS e Postfinance non si sono espresse, la Banca cantonale di Zurigo si riserva di studiare nel dettaglio il documento di 350 pagine, mentre Raiffeisen si limita ad affermare che le misure regolamentari devono sempre essere “proporzionate” e “adattate al modello di business e ai rischi di una banca”.

La reazione delle banche

Telegiornale 10.04.2024, 20:00

Il Consiglio federale si è spinto troppo lontano?

Peter Kunz, direttore dell’istituto di diritto economico dell’Università di Berna, vede le cose da un altro punto di vista. Interrogato sulla possibilità che il pacchetto di provvedimenti possa effettivamente permettere di salvare - per esempio - un colosso come UBS, al Telegiornale della RSI Kunz ha detto di dubitarne in quanto il salvataggio “dipende meno dal quadro legislativo che non dalla volontà delle autorità di adottare effettivamente la legge”. “In altre parole”, ha aggiunto Kunz, “possiamo fare leggi sempre più severe, ma se poi la banca non viene sciolta, come è previsto dalla legge, allora tutti gli sforzi fatti negli anni sono inutili. Per il CS per esempio tutto era pronto e poi il Consiglio federale ha detto NO.”

L'analisi di Peter Kunz

Telegiornale 10.04.2024, 20:00

Secondo Kunz, al momento “UBS non avrà niente in contrario” perché non vengono fissati limiti precisi e la banca si è sempre detta d’accordo sulla necessità di aumentare il capitale proprio e la liquidità. Ma “se nei prossimi due anni le limitazioni saranno inasprite in modo importante, allora UBS potrebbe reagire negativamente”. “Un altro punto critico è quello dei bonus. Sono sicuro che UBS non accetterebbe limitazioni in questo campo“, ha aggiunto l’esperto. Anche Kunz ritiene comunque che la Svizzera non possa imboccare una via solitaria ma debba inserirsi nel quadro legislativo internazionale, rispetto al quale ha però un ritardo riguardo alle multe che può infliggere l’autorità di sorveglianza: se ne discute dal 2008 senza arrivare a risultati concreti, mentre all’estero sono ormai nella normalità.

“C’è la necessità di fare qualcosa”

Carlo Lombardini, professore di diritto bancario all’Università di Losanna, da un giudizio positivo del documento, “di ottima qualità, obiettivo e che tiene conto del fatto che le banche rappresentano realtà molto diverse e che quindi la megabanca non va sottoposta alle stesse regole di quelle piccole o di taglia media”. Lombardini non si allinea all’ASB e ritiene che le misure non siano “demagogiche”. Più che una volontà politica di agire, “c’è una necessità di fare qualcosa”, afferma l’esperto e “sarà ineluttabile potenziare il raggio di azione della FINMA” anche se la vigilanza già ha “poteri molto importanti”.

L'intervista a Carlo Lombardini

SEIDISERA 10.04.2024, 18:11

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Lombardini condivide però in sostanza quanto afferma anche Kunz: “La questione non sono tanto le misure, ma la capacità di capire che bisogna prenderle e il coraggio di prenderle. Una questione personale e non di regolamentazione”.

Il problema è che nel definire le norme, in questo settore che “rimane un’attività a rischio”, secondo il professore di Losanna “si combatte sempre l’ultima guerra”: nel caso specifico, si cerca di adottare soluzioni che avrebbero impedito il tracollo di Credit Suisse, che ormai appartiene al passato.

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