Il Consiglio degli Stati ne è convinto: è importante e opportuno definire nella Costituzione federale quali trattati internazionali sottoporre al referendum obbligatorio. Dopo un breve dibattito, i "senatori" giovedì hanno approvato per 29 voti a 10 (2 astenuti), l'entrata nel merito sul progetto di modifica costituzionale, confermando quanto già deciso nel settembre 2020 e rinviando il dossier al Nazionale, che in maggio aveva invece rigettato il progetto governativo, evocando la difficoltà di definire con precisioni quali trattati sarebbero dovuti essere sottoposti a referendum obbligatorio.
Attualmente, sono sottoposti a referendum facoltativo i trattati internazionali di durata indeterminata e non denunciabili, quelli che prevedono l'adesione a un'organizzazione internazionale, oppure che includono disposizioni importanti, che contengono norme di diritto o per l'attuazione dei quali è necessaria l'emanazione di leggi federali. Sottostanno a referendum obbligatorio, invece, l'adesione a organizzazioni di sicurezza collettiva, come la NATO, o a comunità sovranazionali, vedi l'UE.
Il voto negativo del Nazionale ha costretto gli Stati a ritornare su un oggetto che aveva già approvato in prima lettura per 27 voti a 12: il progetto vuole che i trattati internazionali, contenenti disposizioni di rango costituzionale, o la cui attuazione esige una modifica della Costituzione federale, debbano essere sottoposti obbligatoriamente al voto di popolo e cantoni.