La Svizzera non è responsabile delle perdite subite da un gruppo di creditori in relazione alle cosiddette obbligazioni AT1, che sono state azzerate nell’ambito dell’acquisizione del Credit Suisse da parte di UBS. Lo ha deciso martedì un tribunale distrettuale statunitense di New York che ha respinto l’istanza presentata contro la Confederazione da diversi investitori internazionali per un importo di 370 milioni di dollari.
Il Dipartimento federale delle finanze (DFF) ha riferito della sentenza mercoledì in una nota. Il tribunale newyorchese, la «United States District Court», ha respinto l’azione civile, confermando l’argomentazione della Confederazione, ossia che quest’ultima, in virtù della sua immunità sovrana, non è soggetta alla giurisdizione degli Stati Uniti in materia.
Ad ordinare l’azzeramento delle obbligazioni AT1 era stata l’Autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) nel marzo 2023. Gli investitori hanno ora 30 giorni di tempo per impugnare la sentenza presso la corte d’appello competente.
Sedici miliardi di obbligazioni in fumo
Nate sulla scia della crisi finanziaria del 2008, le obbligazioni AT1 (Additional Tier 1) sono titoli di debito emessi dalle banche che appartengono alla categoria di strumenti finanziari definiti come “strumenti di patrimonializzazione” (o “strumenti di capitale ibrido”) dalle norme internazionali di Basilea III volte a migliorare la solidità degli istituti e a scongiurare tracolli. Si tratta di titoli a rendimento più elevato di altri, perché esposti a rischi maggiori: in caso di un evento scatenante, come un salvataggio statale, gli AT1 possono infatti prevedere clausole di “write-off” (cioè di cancellazione contabile) o di conversione in azioni.
Nel marzo 2023 la FINMA aveva affermato che l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS rappresentava appunto uno degli eventi che permettevano la cancellazione del debito. Erano così state azzerate obbligazioni CS per circa 16 miliardi di franchi nell’ambito di un’operazione orchestrata dal Consiglio federale - su pressione internazionale - al di fuori dell’ordinamento giuridico vigente, in base al diritto di necessità e con il ricorso ad ampissime garanzie statali. Una mossa che aveva provocato un terremoto sui mercati obbligazionari, generando forti perdite per gli investitori e dando la stura a un’ondata di azioni legali contro la Confederazione.

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SEIDISERA 26.09.2025, 18:00
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