Nella sua “guerra” commerciale il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dato giovedì 60 giorni di tempo alle ditte farmaceutiche per abbassare i prezzi dei medicamenti nel suo Paese e a inizio luglio aveva parlato di dazi al 200% (i prodotti farmaceutici non farebbero infatti parte dei dazi al 39% imposti alla Confederazione). Per la Svizzera i medicinali rappresentano la metà del valore delle esportazioni verso gli USA (dati del 2024).
Con le minacce di Trump è possibile che le aziende decidano di andare via dalla Confederazione? Il portavoce di Interpharma, Georg Därendinger, indica che “attualmente non abbiamo alcun segnale che faccia pensare a delle partenze. A dipendenza di come andrà a finire, alcune potrebbero però valutare anche questa opzione”, spiega ai microfoni del Telegiornale.
Se le minacce di Trump si trasformassero in fatti, la Svizzera perderebbe attrattività come piazza farmaceutica, spiega Därendinger. “Molti posti di lavoro sarebbero minacciati, investimenti e ricerca subirebbero una brusca frenata”, aggiunge.
I prossimi mesi, saranno molto incerti e il portavoce dell’associazione, che raggruppa 23 ditte farmaceutiche, sottolinea che il problema non riguarda solo la Svizzera e che bisognerà trovare una soluzione internazionale.
L'industria farmaceutica e i dazi statunitensi
Telegiornale 28.07.2025, 20:00