Ufficiali agli ordini di Viola Amherd

La Sonntagszeitung ha rivelato domenica che la Società degli ufficiali (SSU) ha scritto ai quattro costruttori di aerei da combattimento in gara per chiedere un sostegno alla campagna in vista della votazione popolare sui nuovi caccia, ma Stefan Holenstein, presidente della SSU, è pronto a rinunciare a questi soldi. Lo farà se il Dipartimento della difesa di Viola Amherd giudicherà inopportuno o controproducente questo finanziamento dall'estero.

Alla RSI dichiara: "Senza il benestare del Dipartimento della difesa non accetteremo alcun centesimo". L'appuntamento per discuterne è già fissato. E questo nonostante la SSU sia un'associazione indipendente dall'amministrazione e formalmente anche dall'esercito.

"Meglio evitare rischi". E questi sono dietro l'angolo, in una votazione politicamente delicata e finanziariamente pesante come l'acquisto di nuovi aerei da combattimento, con un tetto di spesa fissato a 6 miliardi di franchi. Un finanziamento dall'estero in Svizzera è quasi un tabù.

"Sì, ma non possiamo essere più papisti del Papa", risponde Holenstein. "L'industria in questo settore si trova all'estero. Ma è proprio per evitare malintesi che abbiamo contattato con largo anticipo i costruttori, per coordinare le forze, e per garantire trasparenza e parità di trattamento. Tutti e quattro pagherebbero infatti la stessa cifra".

Stime prudenti quantificano ad almeno 2 milioni di franchi l'importo necessario per una campagna su un tema importante in votazione. Se il Dipartimento della difesa giudicherà inopportuno il sostegno dai costruttori, i favorevoli all'acquisto di nuovi aerei da combattimento dovranno trovare delle alternative.