Quando si tratta di mance al ristorante, gli svizzeri tedeschi sono i più generosi. Sia per la frequenza con cui viene lasciata (due terzi dei clienti lo fanno praticamente sempre) sia per l’importo, che nella maggior parte dei casi corrisponde al 10% del conto. Nella Svizzera italiana si tratta invece di una pratica comune per il 29% delle persone, che in genere lascia un somma pari al 5% dell’importo totale. Così anche nella Svizzera romanda, dove però l’extra viene lasciato dal 60% dei clienti.
È questo uno dei principali risultati emersi da uno studio della Banca Cler e della Scuola universitaria professionale di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) che fa il punto sulle mance al ristorante in Svizzera. Uno studio che è stato condotto nell’aprile 2025 interpellando 1’000 persone di età compresa tra i 18 e gli 81 anni e provenienti da tutta la Svizzera.
L’extra è in contanti
In Svizzera nei ristoranti il servizio è compreso nel prezzo dal 1974, tuttavia sono molti coloro che continuano a lasciare un compenso extra a titolo volontario, per un totale di circa un miliardo di franchi all’anno. E nonostante oggi sia molto diffuso il pagamento con carta, sono ancora tanti i clienti che per la mancia scelgono i contanti (soprattutto nella Svizzera italiana, dove si parla di una quota dell’82% degli extra).
Il motivo? Chi la lascia in contanti lo fa perché in questo modo il gesto è più personale oppure per assicurarsi che la mancia finisca nelle mani giuste. Ed è proprio sulla divisione dei compensi extra che si concentra l’attuale studio della Banca Cler e della ZHAW, rilevando che nel 95% delle strutture ne beneficiano non soltanto il personale di sala, ma anche altri dipendenti, in particolare quelli che lavorano in cucina.
La mancia anche per chi lavora in cucina
E i soldi come sono suddivisi? Oltre il 50% delle attività applica una ripartizione percentuale delle mance: in quasi la metà di esse, i camerieri ricevono almeno l’80%, mentre un locale su cinque divide equamente le mance tra chi è in sala e chi svolge altre funzioni.
A una domanda riguardo alla giusta ripartizione delle mance tra il personale di sala e i lavoratori non a contatto con i clienti, il 63% degli intervistati ha risposto dichiarando che i camerieri dovrebbero ricevere più della metà, mentre il 24% considera corretta una suddivisione di 50/50. Emerge però una divergenza di opinioni tra chi serve in sala e chi opera in cucina: la maggioranza di questi ultimi ritiene appropriata una ripartizione 50/50, mentre il personale di sala preferirebbe un 70/30 a proprio favore.
“È interessante notare che il personale di sala sarebbe disposto a cedere una quota maggiore delle mance rispetto a quanto fa oggi” commenta Marcel Stadelmann, esperto di mezzi di pagamento presso la ZHAW, citato in un comunicato di Banca Cler. “Attualmente, in media, almeno il 75% delle mance rimane ai camerieri, ma molti di loro si accontenterebbero anche del 70%”.

La mancia non è di moda
Il Quotidiano 13.08.2023, 19:00