Finora, durante l’inverno 2023/24, sulle Alpi svizzere hanno perso la vita 14 persone in relazione a 12 incidenti da valanga. Il numero di vittime è leggermente inferiore rispetto alla media pluriennale riferita alla fine di marzo (17). Lo scrive l’Istituto per la neve e le valanghe di Davos (SLF) in un rapporto statistico intermedio.
In un incidente è rimasto ucciso un lavoratore di una cava e in un altro uno sciatore è rimasto sepolto mentre si trovava su una pista aperta di un comprensorio. Le altre 12 vittime si trovavano invece su terreni non protetti: otto erano scialpinisti impegnati in escursioni, gli altri quattro sono deceduti praticando discese fuori pista (freeride). Dei 12 incidenti totali, tre si sono verificati a dicembre 2023, uno ciascuno in gennaio e febbraio e sette a marzo 2024.
Più incidenti con valanghe, ma spesso più piccole della media
Il totale degli incidenti da valanga senza conseguenze (190) è invece stato superiore alla media. SLF spiega che “dalle prime analisi emerge che quest’anno le valanghe che hanno provocato un incidente presentavano dimensioni inferiori rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Ciò è dovuto al fatto che non erano praticamente presenti strati fragili inglobati in profondità nel manto nevoso, caratteristica che spesso porta a valanghe di dimensioni notevoli”. Il numero maggiore di incidenti è pure dovuto alle sempre più numerose segnalazioni inoltrate a SLF anche per valanghe minori.
Tante valanghe da scivolamento
Infine, l’istituto di Davos sottolinea come le fasi con la massima attività valanghiva sono state registrate da un lato a novembre e dicembre (regioni occidentali e in parte anche su quelle meridionali e settentrionali) e dall’altro tra fine febbraio e inizio marzo, in questo caso soprattutto nelle regioni meridionali, con “alcune valanghe di dimensioni molto grandi registrate nella parte meridionale dell’Alto Vallese e nel Ticino occidentale”.
Grande valanga a lastroni che si è staccata spontaneamente il 4 marzo sul versante meridionale del Pizzo Folcra, in Val Bedretto
Non da ultimo, lungo tutto l’inverno, generalmente mite e con molta neve in quota e poca ad altitudini medio e basse, sui pendii erbosi ripidi e sui versanti rocciosi si sono verificate numerose valanghe per scivolamento di neve. “Spesso sono stati osservati anche distacchi di dimensioni grandi, a livello isolato anche molto grandi. Ad ogni modo, sono stati segnalati solo pochi danni materiali” scrive SLF.
Valanga per scivolamento di neve che ha raggiunto una pista nel comprensorio di Télé Anzère, in Vallese, a inizio febbraio
A porre le basi per questa situazione è stata la fase iniziale dell’inverno, quando in diverse regioni è caduta molta neve sul terreno ancora caldo. “Per gli appassionati di sport invernali, le valanghe per scivolamento di neve sono meno pericolose delle valanghe di neve a lastroni asciutti perché non possono essere provocate da persone”. Finora, quest’inverno, a SLF sono state segnalate oltre 2’300 di queste valanghe: a titolo di paragone lo scorso inverno ne erano state segnalate 293.
Un inverno predominato per lunghi tratti dalle valanghe per scivolamento di neve, come qui sul Gulderstock (GL) a inizio marzo
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