Da inizio anno sono già due le aggressioni contro la polizia. La notte di San Silvestro a Basilea, una pattuglia è stata accerchiata e minacciata da centinaia di persone, mentre venerdì a San Gallo due agenti sono stati attaccati da quattro minorenni. Le due circostanze sono differenti, il tema però è unico... la violenza contro i funzionari.
La polizia cantonale di San Gallo non enfatizza l’accaduto e parla di una progressiva perdita di rispetto verso le autorità da parte di giovani, sempre più giovani, per poi tuttavia lasciare intendere che due agenti, per determinati controlli, sono ormai insufficienti. E poi c’è la cronaca, per difendersi da quattro adolescenti nei pressi della stazione e fermarli, venerdì sera ci sono voluti lo spray al pepe e l’intervento di rinforzi. Protagonisti un quindicenne svizzero, che si era sottratto un controllo, e tre ragazze: una tredicenne svizzera, una quindicenne eritrea e una sedicenne afgana, intervenute con violenza quando per il loro amico stavano scattando le manette. Pochi giorni prima, a Basilea, era Capodanno, una pattuglia di polizia era stata accerchiata da centinaia di persone (forse estremisti di sinistra), che hanno ripetutamente colpito la vettura, minacciando gli agenti, riusciti comunque a uscirne indenni mantenendo la calma. Da notare che il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) ha segnalato un aumento della violenza degli estremisti di sinistra svizzeri, sempre più solidali con i gruppi violenti tedeschi, scrive la NZZ am Sonntag.
La RSI ha intervistato Max Hoffmann, segretario generale dei funzionari di polizia, per fare il punto della situazione sulle violenze contro gli agenti nella Confederazione. “Diciamo che l’anno è cominciato male. È chiaro che i due fatti hanno delle fattispecie un po’ diverse. Per il primo caso si vede che chiaramente l’anno nuovo non ha portato rinsavimento in talune persone, perché accerchiare una macchina della polizia e due agenti di polizia e fargli correre dei pericoli così grossi è indicibile”, sottolinea Hoffmann. E dire che dall’estate scorsa la legge è stata inasprita contro chi aggredisce gli agenti di polizia. Qui il diritto penale minorile non c’entra, anche se alcune norme per i minorenni sono in corso di revisione. Il messaggio che la politica ha voluto lanciare è in ogni caso chiaro.
“Il Parlamento, dopo anni di discussioni, dibattiti, mozioni, eccetera, ha deciso che bisognava intervenire, perché le statistiche dimostravano un’accresciuta violenza contro i funzionari. La nuova applicazione dell’articolo 285 del codice penale prevede che, solo nei casi lievi, si possono ancora sanzionare gli autori con delle pene pecuniarie. Tutto il resto deve essere sanzionato con una pena detentiva. Sta a definire, adesso, dove si metterà poi l’asticella: sapere cos’è un caso lieve e cosa sarà un caso grave. Qui sarà probabilmente cibo per avvocati per i prossimi anni”, dice Hoffmann. E quindi anche per i giudici, chiamati a fare giurisprudenza in materia.

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