Ticino e Grigioni

“Il prossimo 20 dicembre, tutti a scuola”

ErreDiPi punta il dito contro la concessione agli insegnanti di due giorni di vacanza in più, nel quadro delle misure per il mancato versamento del rincaro

  • 30.03.2024, 11:50
  • 30.03.2024, 15:38
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Attivisti di ErreDiPi, qui durante un'azione di protesta a Bellinzona alla fine del 2023

  • archivio tipress
Di: ARi 

È decisamente polemica la reazione di ErreDiPi alle misure di compensazione, per il mancato riconoscimento del carovita, disposte dal Consiglio di Stato ticinese nei confronti dei docenti.

Circa l’indennità di 400 franchi una tantum, la rete di difesa delle pensioni, in un comunicato diffuso dal comitato sabato, giudica la cifra irrisoria a fronte “delle decine di migliaia di franchi, che ognuno di noi perderà sull’arco della propria carriera”. Ma gli strali si concentrano segnatamente sulla concessione agli insegnanti di due giorni di vacanza in più, vista la decisione di chiudere le scuole nelle date del 20 dicembre 2024 e del 7 gennaio del 2025.

“Una vera e propria provocazione”, stigmatizza ErreDiPi, che richiama “tutte le rassicurazioni secondo cui i sacrifici richiesti ai dipendenti pubblici non avrebbero intaccato la qualità del servizio pubblico”, sottolineando che “ridurre i giorni di scuola significa svilire il valore dell’impegno educativo”.

La rete, inoltre, rammenta che una misura analoga venne presa nell’anno scolastico 2015-2016, sempre a compensazione di una misura di risparmio: essa suscitò “una reazione indignata e piuttosto massiccia da parte del mondo della scuola”, tanto che nel previsto giorno di chiusura “decine e decine di istituti rimasero aperti in segno di protesta”.

ErreDiPi chiede quindi a tutti gli operatori scolastici di replicare questo scenario: “il 20 dicembre” prossimo “le scuole rimangano aperte !”.

03:07

Il malcontento dei genitori

Il Quotidiano 29.03.2024, 19:00

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