Docenti e DFA

“Mi sono sentito un fallito”

Sono numerose, pesanti e radicate le critiche all’alta scuola pedagogica di Locarno che forma gli insegnanti - A Falò i racconti degli studenti, le risposte della scuola e del DECS

  • Oggi, 11:38
  • 27 minuti fa
16:47

Docenti senza cattedra

Falò 02.09.2025, 20:43

Di: Marzio Pescia (giornalista) e Alessandro Ferraro (videomaker) 

“Mi sono detto basta, dobbiamo dire la cose come stanno sul DFA”. Inizia così il racconto di F., giovane ex studente del Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI, che ha creato un profilo Instagram molto duro nei confronti dell’istituto. “Dovevo continuamente stare muto, non potevo esporre quello in cui credevo, dovevo continuamente indossare una maschera”.

“Non mi aspettavo che in una scuola post universitaria ci fosse tutta questa sottomissione agli insegnanti, perché quando chiedi sottomissione spegni lo spirito critico, ed è grave perché un insegnante non dev’essere un robot”, racconta ai microfoni di Falò.

Canzoncine permeate da una satira amara, post che paragonano l’istituto a un girone infernale. Un profilo poco frequentato che riporta però critiche piuttosto comuni. “Uno dei lati negativi del DFA è proprio quello di minare in continuazione la motivazione di futuri giovani insegnanti”, aggiunge un’altra ragazza. “Gli si fa passare la voglia”.

10:40

Chi ama il DFA?

Falò 02.09.2025, 20:45

  • rsi

Spazio per migliorare?

Una formazione troppo teorica ed avulsa dalle reali necessità della scuola. Dei criteri di valutazione poco chiari e trasparenti. Un’autoreferenzialità esagerata. E dei docenti poco preparati che “allungano il brodo” per riempire in qualche modo le ore di corso.

Sono solo alcuni punti emersi incontrando studenti del DFA di oggi e di ieri. Un quadro problematico che non sorprende Edoardo Cappelletti, co-segretario cantonale del sindacato VPOD.

“Negli ultimi mesi siamo riusciti ad interagire con un’ampia fetta di abilitati e neo abilitati. Da parte di nessuno di loro è stata espressa soddisfazione rispetto al percorso formativo presso il DFA”.

“Da un lato dispiace sentire che delle persone abbiano vissuto esperienze negative, perché un percorso formativo dev’essere al contrario un qualcosa di positivo”, commenta Marina Carobbio, responsabile del Dipartimento cantonale dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS). “Prendiamo però sul serio queste critiche per vedere se ci sono delle necessità di miglioramento”.

I sondaggi dicono altro

“Ci sono persone che per partito preso hanno deciso che la nostra scuola non funziona, che facciamo formazione di scarsa qualità e che siamo dei bifolchi. Va così da 16 anni a questa parte, indipendentemente da quello che è cambiato in questi 16 anni, che è enorme”. Un po’ sorpreso, un po’ seccato, Alberto Piatti, direttore del DFA, rimanda al mittente buona parte delle critiche. Al sindacato, dice ad esempio, si rivolge soltanto chi ha constatato o vissuto qualche problema.

Secondo il direttore, un quadro ben più veritiero emerge dai sondaggi che ogni anno il DFA realizza coinvolgendo tutti i suoi studenti. “Ne risulta ad esempio che le studentesse e gli studenti dicono di sentirsi preparati per l’inserimento nel mondo del lavoro. Le note: 3.3 su 4 per la scuola media, 3.4 su 4 per il medio superiore. Sono punteggi piuttosto alti”.

Addirittura, per gli abilitandi del livello medio superiore, il rapporto con i docenti merita un 3.9 su 4.

“Sono sondaggi affidabili”, assicura il direttore. “Vengono svolti secondo quelle che sono buone pratiche all’interno della garanzia della qualità a livello accademico, nella fattispecie online e in forma anonima.

Precariato diffuso?

A partire dalla scorsa primavera, il DFA ha vissuto mesi piuttosto turbolenti. Il fattore scatenante è stato il caso dei 13 abilitandi in italiano. Mentre stavano per terminare la formazione, era stato loro comunicato che per quest’anno non avrebbero avuto nessun tipo di sbocco professionale nella scuola ticinese.

Un caso che ha alimentato una nuova ondata di malumore e che ha fatto parecchio discutere, suscitando numerose reazioni pubbliche e discussioni in Gran Consiglio. Stiamo formando troppi docenti? Per quali motivi? Il coordinamento tra DECS e DFA funziona? Ha ancora senso?

Tanto più che il caso dei 13 neo abilitati in italiano sembra essere la punta di un iceberg. Potrebbero essere centinaia i docenti disoccupati o precari. Il sindacato VPOD ha chiesto una stima numerica di questo precariato al DECS ed è in attesa di risposta.

06:26

Come formare i docenti?

Falò 02.09.2025, 20:50

  • rsi

Situazione migliorata

Nel frattempo tuttavia la situazione è perlomeno un po’ migliorata. “Per alcuni dei 13 ragazzi abbiamo trovato delle soluzioni, quindi, dei posti di lavoro o degli incarichi per il prossimo anno scolastico”, rivela Marina Carobbio. “Nelle prossime settimane si valuterà se ci sono ulteriori possibilità anche a livello di supplenze o di nuovi incarichi”. 

08:19

Falò del 02.09.2025: l'intervista a Marina Carobbio, responsabile del DECS

RSI Info 03.09.2025, 11:32

1:12:08

Il DFA, tra formazione e docenti senza impiego - Afghanistan, ritorno a Kabul 

Falò 02.09.2025, 20:40

  • RSI
logo.png

Tutte le edizioni di Falò

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare