“A scuola ero una bambina diligente, ma anche un terremoto”, ricorda Nicoletta Casanova. In questo lunedì di inizi, “Prima Ora”, il nuovo spazio dinamico in onda su La1, ha incontrato la prima donna presidente dell’Associazione Industrie Ticinesi (AITI). I riflettori sono stati naturalmente accesi sul momento che sta vivendo l’impresa in Ticino: “Dipende da azienda azienda, da settore a settore”, ha detto Casanova: “Innanzitutto le microaziende lavorano molto spesso con altre grosse aziende. E oggi, si sa, l’economia sta rallentando, soprattutto in Germania, in Europa e negli Stati Uniti. Quindi quelle aziende che lavorano con questi mercati probabilmente risentono un po’ del rallentamento. Le altre aziende che lavorano con i mercati asiatici, piuttosto che con il Sud America hanno un trend positivo. Magari non esaltante, come lo era qualche anno fa, ma sicuramente hanno un trend positivo. Poi c’è tutta una serie di microaziende attive sul mercato interno e quelle sono relativamente stabili”.
È chiaro, ha detto ancora la presidente di AITI, “non possiamo nasconderci dietro un dito, la situazione non è facile e la congiuntura, la guerra, evidentemente creano molta incertezza e questo ovviamente blocca tantissimo gli investimenti, mentre noi e le piccole imprese, che tendenzialmente sono anche molto innovative, devono assolutamente continuare ad innovare. Abbiamo bisogno di fare investimenti per continuare a innovare e creare posti di lavoro”.
Fare impresa, ha ricordato la presidente di AITI, è il campo dove ama mettersi in gioco: “Sono cinque le aziende che ho creato, quella che dirigo adesso è la seconda start up. Nel frattempo ne è nata un’altra. Quando ho finito di studiare al Politecnico federale di Zurigo, Ingegneria civile, pensavo di cercare un lavoro come ingegnere a Zurigo. Sono rientrata in Ticino per caso, facevo una scuola di parapendio a Rivera e ho scoperto in quel momento un Ticino incredibile, un Ticino che io stessa non conoscevo”.
Un cantone anche high-tech, come l’azienda che dirige la FEMTOprint Sa di Muzzano: “Non è solo il nome della società ma è anche del processo che proponiamo. Si tratta di un processo di micro fabbricazione 3D, molto preciso, che lavora al vetro e permette di realizzare complessi dispositivi quali possono essere microlenti e micromeccanismi di un orologio oppure dei microcateteri”. L’azienda ha ora una sede anche a Neuchâtel e “abbiamo qualcuno che lavora per noi negli Stati Uniti. Ci siamo anche indirizzati verso mercati che ancora non vedevamo dieci anni fa, quello per esempio del computer quantico”.
Ma quale dote occorre per lanciarsi in una start-up? “Più che coraggio - risponde Casanova ai microfoni di “Prima Ora” - ci vuole un po’ di incoscienza. Devi guardare sempre oltre l’ostacolo e non farti spaventare da ciò che hai davanti. Non bisogna immobilizzarsi davanti alla paura. È un’incoscienza ragionata. Io sono una parapendista che vola quando le condizioni sono buone”.
Gli Stati Uniti, un tasto dolente per l’industria svizzera. E quindi anche ticinese. I pesanti dazi imposti da Trump, come impattano sul settore? “Abbiamo superato la pandemia e il problema del franco forte. Siamo fiduciosi. La diplomazia ci farà uscire da questa situazione. Ma nei prossimi mesi saremo noi imprenditori a doverci rimboccare le maniche, dovremo fare in modo di uscirne, guardando ad altri mercati, come quelli asiatici e sudamericani. Trovando anche degli accordi. Noi lo stiamo facendo con i clienti e i fornitori”.