Sale il numero delle vittime di abusi in ambito religioso che si sono rivolte al Gruppo di ascolto per vittime di abusi in ambito religioso (GAVA), il gruppo che è nato un anno fa in Ticino, per fornire prima di tutto ascolto e un supporto indipendente, dopo il (duro) rapporto pubblicato dall’Università di Zurigo sulla vicenda degli abusi sessuali in ambito ecclesiastico in Svizzera.
Nei giorni scorsi il GAVA si è riunito in assemblea, ha ampliato il suo comitato e nominato due nuovi co-presidenti: Gianantonio Romano e Patrizia Cattaneo Beretta. SEIDISERA della RSI ha intervistato proprio Patrizia Cattaneo Beretta per capire le strategie dell’associazione.
“Altre persone ci hanno contattato e questo è particolarmente importante, perché l’ascolto e l’accompagnamento delle vittime sono il cuore della mission di GAVA. Siamo giunti a una decina di vittime che il team d’ascolto ha sentito. Per alcune vittime c’è stata la necessità di essere ascoltate più volte. Altre persone hanno voluto parlare con la nostra testimone, anche lei persona vittima e membro di GAVA, Raffaella Raschetti”.
Il “sopravvissuto”: Patrizia Cattaneo Beretta spiega che è questo il termine che si usa. “È una persona che sa di cosa parla, che ha avuto un’esperienza d’abuso, che condivide e ascolta con empatia ciò che un’altra persona ha da raccontargli”.
“Un’altra persona che ci ha contattato ha chiesto di incontrare il vescovo Alain De Raemy - continua Patrizia Cattaneo Beretta - e anche questo è stato un momento molto, molto forte. Una vittima che si è palesata dopo luglio ha sollecitato la creazione di un gruppo di auto-aiuto. E sono state pure rivolte a noi richieste di appoggio da parte di vittime in Italia. Non si sono sentite né accolte né ascoltate e si sono rivolte a GAVA”.
L’improvvisazione non può trovare spazio in una situazione del genere. “I nostri amici, che hanno ascoltato nel primo anno, sono professionisti - sottolinea Patrizia Cattaneo Beretta - ma occorre allenarsi a una capacità di ascolto empatica, accogliente e non giudicante. Per questo GAVA ha proposto ai suoi membri un intero percorso formativo. GAVA nasce per colmare una lacuna che esisteva in Ticino. Siamo infatti una realtà che non ha legami né con la Chiesa né con gli apparati statali, ma al nostro interno abbiamo delle vittime (e non solo), che ascoltano altre vittime”.









