Continuano a far discutere le parole del consigliere federale Albert Rösti su AlpTransit a sud di Lugano. Il “ministro” dei trasporti, durante l‘assemblea della Camera di commercio ticinese, ha dichiarato senza mezzi termini: “Nello studio pubblicato dal Politecnico federale di Zurigo (ETH), viene data la priorità al collegamento A2-A13 e al potenziamento dell’autostrada sud di Lugano, ma non alla ferrovia. Per la ferrovia disponiamo di troppi pochi mezzi e quel progetto costerebbe davvero troppo”.
Una presa di posizione che suona come una pietra tombale sul completamento di AlpTransit a sud di Lugano. Un’opera attesa da decenni, che comprende la circonvallazione di Bellinzona, interventi infrastrutturali nei pressi di Chiasso e una nuova galleria tra Lugano e il confine italiano. Ma dopo il recente rapporto dell’ETH, è difficile immaginare che il Dipartimento federale dei trasporti possa inserirla tra le priorità.
La prospettiva ha suscitato irritazione tra chi da anni si batte per la loro realizzazione. Intervistato dal Quotidiano della RSI, Michele Guerra, co-presidente di Pro Gottardo Ferrovia d’Europa, ha ricordato: “O si applica la democrazia e si accetta il volere popolare, o non la si applica. Qui nel ‘92 il popolo ha votato qualcosa che diceva che le linee d’accesso alle ferrovie sarebbero state realizzate in tempo utile”.
Il nodo, come spesso accade, è di natura finanziaria. Il completamento delle opere richiederebbe oltre otto miliardi di franchi, una cifra che la Confederazione non sembra disposta a investire nel settore ferroviario. Ma per Pro Gottardo la soluzione esiste, ed è quella di un partenariato pubblico-privato.
“Queste soluzioni noi le stiamo mettendo nero su bianco e le presenteremo anche al Governo federale quindi sì, c’è la possibilità, se mancano i soldi pubblici cercheremo altre vie”, ha affermato ancora Guerra.

Una mappa degli assi ad alta prestazione e quelli complementari principali
In gioco, secondo l’associazione, non c’è solo una rivendicazione regionale, ma una questione di portata nazionale e internazionale. Il mancato completamento di AlpTransit a sud di Lugano ha ripercussioni concrete sulla mobilità tra Italia e Svizzera. “A chiedere questo completamento, secondo quanto votato dal popolo non è quindi solo il piccolo Ticino, che a livello federale conta meno di altre regioni, ma sono anche le regioni vicine: la Lombardia, la Liguria, il Piemonte”.
In assenza di un cambio di rotta, il rischio è che queste opere restino sulla carta ancora a lungo. E con esse, anche la promessa, fatta oltre trent’anni fa, di un collegamento ferroviario veloce e sostenibile tra il Ticino e il resto dell’Europa.

Il futuro di Alptransit
Il Quotidiano 10.10.2025, 19:00