Il completamento dell’Alptransit a sud non sembra essere tra le priorità secondo una recente perizia commissionata dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC). Tuttavia, l’importanza di questa infrastruttura per la Svizzera e l’Europa è stata sottolineata durante un seminario organizzato dall’associazione Pro Gottardo - Ferrovia d’Europa, che ha riunito esperti del settore dei trasporti.
Il professor Carlo Secchi dell’Università Bocconi, già coordinatore del corridoio TEN-T Atlantico, ha enfatizzato il ruolo cruciale della Svizzera come zona di transito storica. È un’opera fondamentale per la Svizzera, ovviamente - dice al Quotidiano della RSI - ma è fondamentale per l’intera Europa. “Storicamente (la Svizzera ndr) è sempre stata una zona di transito e di coesistenza degli interessi coinvolti in questi tipi di traffici, di flussi, di persone, di merci. Credo - aggiunge - debba continuare a svolgere questo ruolo nell’interesse dell’Europa, ma anche nell’interesse della stessa Svizzera”.
La questione dei finanziamenti rimane centrale. Il professor Remy Cohen dell’Università LUM, esperto di Project financing di infrastrutture ferroviarie, ha proposto soluzioni come la creazione di un partenariato pubblico-privato per il Sud, ovviamente limitato a una spesa gestibile. “Bisogna convincere le autorità - riferisce - a cominciare a investire utilizzando metodi di indebitamento che pesino il meno possibile sul bilancio, come obbligazioni cinquantennali o perpetuity”.
Esempi positivi di partenariato pubblico-privato esistono già in Europa. Secchi ha citato il recente collegamento ad alta velocità tra Parigi e Bordeaux come un caso di successo: “Il problema è come proporre modelli di investimento che risultino attrattivi anche per il capitale privato”.
Il dibattito sul futuro dell’Alptransit a sud si inserisce in un contesto più ampio di pianificazione infrastrutturale. Il DATEC presenterà al Consiglio federale i progetti da includere per strade e infrastrutture ferroviarie entro la fine di gennaio 2026, segnando una tappa cruciale per il futuro dei trasporti alpini.
Confederazione: "Visione trasporti 2045"
SEIDISERA 09.10.2025, 18:00
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