Ticino e Grigioni

Bellinzona: consegnata l’autopsia

Si fa più chiaro il quadro sulla morte della 24enne eritrea. Contro il compagno spuntano elementi inediti

  • 22.09.2017, 19:44
  • 23.11.2024, 04:12
La polizia il giorno della ricostruzione dei fatti

La polizia il giorno della ricostruzione dei fatti

  • rescue media

Ci sono importanti novità nell’inchiesta sul decesso della 24enne eritrea che il 3 luglio scorso, a Bellinzona, precipitò dal balcone di casa. In settimana è giunta infatti l’attesa autopsia, che ora andrà completata con i risultati degli esami tossicologici.

Il rapporto conferma: l’impatto al suolo è avvenuto di testa. Un dato importante, soprattutto se messo in relazione con quanto dichiarato dal compagno, che secondo gli inquirenti – ricordiamo – l’avrebbe gettata dal balcone. Il 35enne sostiene che la convivente si sarebbe suicidata, e che lui (anzi) l’avrebbe tenuta per un braccio, nel tentativo di salvarla. Da qui la domanda: è possibile che la giovane, partita in piedi, abbia cambiato la posizione del corpo durante la caduta? Per avere la risposta il procuratore pubblico Moreno Capella ha deciso di commissionare una perizia.

Dalle indagini, intanto, spuntano alcuni indizi a carico dell’uomo. A cominciare dal fatto che quella sera i due figli della coppia vennero chiusi in camera. Che bisogno c’era? L’imputato si è giustificato dicendo che non voleva, semplicemente, farli assistere alla lite in corso tra i due. Ma gli inquirenti non gli credono.

Il 3 ottobre scadrà il termine della carcerazione preventiva, e Capella ne chiederà la proroga. Alla giudice Claudia Solcà toccherà il compito di stabilire se concederla o no.

Francesco Lepori

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