La storia rimbalza sui social da ormai un giorno e sta facendo parecchio discutere: il caso di un paziente pensionato che si è sottoposto a un'operazione della cataratta ad entrambi gli occhi alla clinica Santa Chiara di Locarno. Prima di eseguire l'intervento gli è stato chiesto dalla clinica di anticipare il pagamento di tasca propria. La ragione: un contenzioso aperto tra l’ospedale e la cassa malati Helsana, che ha bloccato i pagamenti verso la clinica per le prestazioni oftalmologiche.
La pratica è però illegale, e a confermarlo ai microfoni della RSI è la responsabile dell'Area di gestione sanitaria del DSS Ivana Petraglio: “Secondo le disposizioni della LaMal la Santa Chiara non aveva il diritto di chiedere un anticipo al paziente”.
La clinica: “Accordo con Helsana trovato”
Nel tardo pomeriggio di mercoledì è però arrivata la notizia: la cassa malati e la clinica hanno trovato un accordo. “Helsana - spiega il membro del CdA della clinica Daniela Soldati - corrisponderà tutti gli impagati da giugno 2018 alla Santa Chiara (338'000 franchi secondo nostre informazioni, ndr) e d’ora in avanti pagherà le fatture secondo contratto. Contesterà semmai i pagamenti in seguito, se necessario anche fino al tribunale arbitrale cantonale; al contempo noi interrompiamo da subito le richieste di pagamento anticipato ai pazienti interessati.”
Helsana provvederà inoltre a rimborsare tutti i pazienti che hanno pagato anticipatamente e ai quali Helsana non ha ancora rimborsato i costi degli interventi.
Il motivo che ha spinto l’assicuratore malattia a bloccare i pagamenti è invece spiegato in una risposta scritta ricevuta direttamente da Helsana: “Abbiamo sospeso i pagamenti perché i costi delle operazioni della cataratta della Santa Chiara superano largamente il forfait calcolato per questo intervento”.
Una spiegazione che si scontra però con la realtà: “Le prestazioni di oftalmologia – fa nuovamente chiarezza Ivana Petraglio del DSS – sono remunerate secondo due metodi diversi: il primo, quello applicato dalla Santa Chiara, è basato sul Tarmed, quindi secondo la struttura tariffale approvata dalla Confederazione. C’è poi la modalità forfettaria che sono delle convenzioni che stabiliscono appunto dei forfait concordati tra assicuratori e istituti, tra i quali non figura la Santa Chiara. Al momento attuale non sono però stati approvati da nessuna autorità”.
La soluzione forfettaria non può quindi prevalere sul Tarmed, in quanto quest’ultimo è altrettanto ammesso.
Helsana e Santa Chiara, chi paga?
Il Quotidiano 30.10.2019, 20:00