Ticino e Grigioni

Deficit ticinese, una sola certezza: “Insostenibile”

Gobbi lancia l’allarme: “A rischio l’attrattività del cantone” - Mentre il direttore del DFE Vitta invita alla responsabilità condivisa, Zali difende gli investimenti e Carobbio chiama alla cassa chi può

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Anche la foca di Piazza Governo sembra preoccupata

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Di: SEIDISERA-Ierace-Gatti/Spi 

Un rosso da quasi cento milioni di franchi, al netto di misure di risparmio per oltre 120 milioni. Questo il succo del preventivo 2026, presentato mercoledì. Paletti stretti tra i quali si è cimentato, al microfono di SEIDISERA, il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta. Innanzitutto per dire che “rispetto alle proiezioni degli scorsi anni, vi è una riduzione del disavanzo. Ma non siamo ancora a livello di riequilibrio dei conti. Gli sforzi da effettuare sono ancora importanti, in un contesto di rallentamento economico che non ci aiuta sul fronte dell’evoluzione dei gettiti”.

Il direttore del DFE ha difeso il lavoro fatto per riequilibrare i conti: “Quando parliamo di 120 milioni di franchi, a cui si aggiungono 60-70 milioni riportati dagli scorsi anni, arriviamo a quasi 200 milioni di franchi. Non è un piccolo importo per una realtà come il Ticino. Vorrei ricordare che il canton Vaud ha appena presentato un piano di rientro di 300 milioni, spalmato su più anni, e con un budget di 12,5 miliardi di franchi. Noi siamo arrivati a quasi 200 milioni su un budget di 4,5 miliardi. Vediamo quindi che lo sforzo che si sta portando avanti è comunque importante”.

Il piano finanziario 2026-2029 dice che il deficit lieviterà fino a superare i 360 milioni di franchi. E questo senza considerare l’impatto che avranno le iniziative sulla cassa malati. Quindi il disavanzo potrebbe addirittura superare i 700 milioni di franchi, una cifra enorme sulla spesa totale del Cantone, appunto di 4,5 miliardi, di cui la metà vincolata da leggi federali. Ulteriori aggravi deriveranno dall’introduzione della riforma del finanziamento delle cure, EFAS. Senza scordare i risparmi richiesti dalla Confederazione e i soldi che mancheranno per l’abolizione del valore locativo.

Le prospettive, insomma, non sono rosee, anche ribadisce anche il presidente del Governo ticinese Norman Gobbi: “Una perdita pari a 1/7 di tutta la spesa cantonale è insostenibile e soprattutto mette a rischio la credibilità e attrattività del nostro cantone. Ciò richiederà scelte importanti, difficili, ma possibili. Perché se c’è la buona volontà e disponibilità di tutti possiamo farcela. Il Canton Ticino, in tutte le crisi, si è dimostrato resiliente, ma anche capace di guardare avanti con positività per uscirne. Credo che anche in questa situazione ce la faremo, ma con il concorso di tutti”.

Sul concorso di tutti, ha insistito anche Vitta, che così ha risposto a proposito di quello che, per una parte politica è un tabù, l’aumento delle imposte: “Ancora domenica, in due votazioni, abbiamo visto che vi è stato un sì sul fronte dei sussidi, ma anche su quello di uno sgravio fiscale. Quello delle imposte è un tema sensibile a livello di popolazione e, di riflesso, di partiti. Però è chiaro che una riflessione su come riuscire a convergere fra posizioni molto distanti è necessaria. Altrimenti arriviamo a una situazione di impasse e questo non è nell’interesse di nessuno”.

Dialogo e convergenza, secondo Vitta, “ci dovrà essere. Poi a che risultati porterà questo è ancora un altro discorso. Anche perché, non dobbiamo dimenticarcelo, stiamo inoltrandoci in un anno elettorale. Ci vorranno sforzi ancora maggiori”.

La manovra di risparmio da 120 milioni di franchi richiederà convergenza all’interno dello stesso Governo. A tal proposito il direttore del Dipartimento del territorio, Claudio Zali, ha voluto ricordare quanto sia rischioso rallentare gli investimenti pubblici. “Investimenti che, in tempi difficili, aiutano l’economia, contribuendo a mantenere il gettito fiscale e l’occupazione, e generano indotto. Rallentare gli investimenti, mi permetto di lanciare un piccolo grido di allarme, è alle volte anche un falso risparmio. Perché differire un investimento differito rischia di costare di più quando lo si recupera, vista l’evoluzione fortemente al rialzo in questi anni dei costi di costruzione. Spero non si dovrà arrivare lì, quindi ritardare un pochino, dilazionare, ma cancellare sarebbe un grave problema”.

Di certo il grande dibattito su come risanare i conti avrà luogo alla fine in Parlamento. E la questione fiscale sarà centrale. Da una parte il centro destra, sostenuto dal mondo economico, ha già messo una sorta di veto su un possibile aumento di tasse. Dall’altra la sinistra vorrebbe invece agire proprio sulla leva fiscale. Sul tema la direttrice del DECS Marina Carobbio ha osservato: “Qui si tratta di fare l’interesse del Paese, del Cantone e della popolazione. Significa avere un equilibrio tra misure che intervengono sulla spesa pubblica e misure che intervengono anche sulle entrate. Anche chiamando alla cassa chi oggi ha più mezzi a disposizione. È nell’interesse di tutte le parti sedersi al tavolo e trovare una soluzione. Una soluzione sbilanciata porterebbe dei veti incrociati. Sono convinta che chi ha una responsabilità politica, il Governo, ma anche i partiti e gli iniziativisti, cercheranno delle soluzioni condivise nell’interesse di questo cantone”.

Un equilibrio, un compromesso necessario, ma che non sarà tanto semplice da trovare.

02:16

Ticino, disavanzo da 97 milioni nel 2026

Telegiornale 01.10.2025, 12:30

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