Bisogni e priorità per la conciliabilità famiglia e lavoro in Ticino sono al centro di un nuovo rapporto del Consiglio di Stato. L’orizzonte d’azione è il quadriennio 2025-28. Con un punto fermo: da quando nel 2019 è stata approvata in votazione popolare la riforma fiscale e sociale c’è stata un’evoluzione positiva. Sono aumentate le strutture di nidi e micro-nidi (da 55 si è passati a 74), e così anche i centri extra-scolastici che da 26 sono diventati oggi 39.
I contenuti del documento sono stati illustrati giovedì a Bellinzona in una conferenza stampa a cui erano presenti i consiglieri di Stato Raffaele De Rosa e Christian Vitta. Un lavoro, quello del Cantone, che punta a migliorare la situazione, perché la società è in continua mutazione, i bisogni delle famiglie sono cambiati e anche il mercato del lavoro ha le sue esigenze ed evoluzioni.
Una fra tante, il pensionamento dei cosiddetti baby-boomers, cioè le persone nate negli anni ‘60. Le aziende avranno bisogno di nuova manodopera e qualificata, da qui anche l’interesse a tenere i propri impiegati, attirarne di nuovi, aiutandoli nella conciliabilità tra impiego e famiglia.
Gli obiettivi dei prossimi anni
Per quanto riguarda i nidi e i micro-nidi si vorrebbero creare 145 posti in più nel prossimo quadriennio, mentre di posti nei centri extrascolastici se ne vorrebbero 300. Dal profilo regionale, i distretti dove c’è carenza sono il Luganese, il Bellinzonese per la fascia di bimbi da 0 a 3 anni, ancora il Luganese e il Locarnese per l’età scolastica. Il Luganese compare due volte perché semplicemente è la regione dove si concentrano maggiormente i posti di lavoro.
Liste d’attesa e orari
Pensando ai bimbi più piccoli, i posti in più aiuteranno a risolvere le lunghe liste d’attesa negli asili nido? Un altro problema gli orari di apertura che non tengono conto di professioni con turni serali e notturni. “Sappiamo che la fascia d’età nella quale c’è più richiesta è quella dei bebè. Ci sono famiglie che faticano a trovare un posto. Le nostre priorità d’intervento saranno concentrate sulla creazione di posti nella fascia 0-1 anno”, dice a SEIDISERA Stefania Mirante, del Dipartimento sanità e socialità.
Un’altra priorità tocca i bambini di 3 anni che potrebbero frequentare l’anno facoltativo alla scuola dell’infanzia. Molte famiglie però decidono di tenerli all’asilo nido poiché la frequenza a tempo pieno arriva solo dopo 6 mesi e questo crea problemi alla conciliabilità lavoro-famiglia. Se restano all’asilo nido, non si liberano però posti per i più piccoli. Per risolvere il problema è stato creato un gruppo di lavoro fra DECS e DSS, verranno in seguito coinvolti anche i Comuni e altri enti.
Finanziamenti in base a priorità e budget
Uno dei pilastri della riforma fisco-sociale è il sostegno finanziario alle famiglie, per pagare ad esempio le rette. L’intenzione del Cantone è di mantenere questo aiuto. Con la riforma è stato creato un fondo, finanziato dalle aziende, che finora ha permesso di rendere concrete delle misure per la conciliabilità, sia in favore delle famiglie sia delle imprese. Se sommiamo i contributi dei datori di lavoro, in 6 anni vi sono confluiti 115 milioni di franchi.
L’altro canale di aiuti finanziari è lo Stato, che però attualmente ha le casse in negativo. “Entrambi questi canali di finanziamento sono importanti ed essenziali per sostenere il settore. Per gli sviluppi futuri la risposta ai bisogni dipenderà dalla definizione delle priorità e dai limiti di budget definiti di preventivo in preventivo“, dice il direttore del DSS Raffaele De Rosa.
Intanto anche le aziende stanno facendo la loro parte, cercando di rendere concreto il concetto di responsabilità sociale delle imprese. Questo è anche un fattore che rende più attrattive le aziende e di riflesso il territorio. Un esempio concreto ce lo ha fornito Nicola Giambonini dell’Associazione industrie ticinesi. Parliamo di più aziende che collaborano per realizzare un unico asilo nido nella zona Muzzano-Sorengo-Collina D’Oro. “Il vantaggio di una struttura che metta in rete delle imprese è quella, innanzitutto, di dare priorità nel collocare i figli dei propri dipendenti nell’asilo nido. Secondariamente di avere una struttura che abbia regole di flessibilità con orari di apertura molto più flessibili”.
Dalla maternità alla cura, i bisogni cambiano
Ci sono anche attori privati, come l’associazione Equi-Lab, che offrono consulenza e accompagnamento in progetti riguardanti l’equilibrio lavoro-famiglia. “La conciliabilità deve essere un obiettivo della società intera”, dice ai microfoni della RSI Nora Jardini Croci-Torti, codirettrice di Equi-Lab. Il loro nuovo opuscolo è stato presentato stamane: “La prima edizione si chiamava ‘Maternità e lavoro’, mentre ora si parla di Equilibrio tra cura, vita e lavoro. È destinato a tutte le persone che lavorano, quindi i genitori, ma anche chi si occupa di familiari curanti. Deve proprio cambiare la mentalità, anche dei datori di lavoro che riconoscano questa necessità nuova della società. Ci sono padri che vogliono fare dei tempi parziali ma che non li ottengono perché molte aziende non riconoscono questo bisogno”.

Piano quadriennale sulla conciliabilità: la reazione di Equilab
SEIDISERA 08.05.2025, 18:00
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La situazione si presenta migliore nella Svizzera interna. “Da questo punto di vista - osserva Nora Jardini Croci-Torti - siamo ancora molto indietro sia appunto per i congedi e tempi parziali sia per il riconoscimento del lavoro di cura”. Le idee per migliorare la situazione non mancano: “Si possono fare degli audit nelle aziende per capire quali sono i bisogni dei dipendenti. Spesso hanno bisogno di avere più tempo da poter dedicare alla famiglia o di una flessibilizzazione del tempo di lavoro. Noi alle aziende offriamo sia consulenza giuridica ma anche delle formazioni su questi temi”.