Nessuno gode di un paracadute dorato e non dovrebbero averlo nemmeno gli ex consiglieri di stato retici. È quello che sostiene l’UDC grigionese, che ha lanciato a Coira questo venerdì la campagna per la sua iniziativa, che chiede di cancellare i vitalizi per i consiglieri di Stato. Una rendita che può superare i 100’000 franchi all’anno.
“Questi politici hanno salari alti, ed è giusto così perché hanno molta responsabilità e poi dispongono di una buona cassa pensione. Ma un vitalizio aggiuntivo dopo il mandato non va più pagato. È un retaggio del passato che la maggioranza dei cantoni non conosce più”, ha affermato ai microfoni del Quotidiano il presidente dell’UDC grigionese Roman Hug.
In Gran Consiglio l’iniziativa dell’UDC è stata respinta a favore del controprogetto che cancella il vitalizio, ma lo sostituisce con una rendita ponte per i tre anni successivi l’uscita dall’esecutivo. Per Walter Grass, capogruppo dell’UDC nel Parlamento retico, “questi mesi sono di troppo”, indica aggiungendo che il salario dei “ministri” è buono e questi possono prepararsi a cosa verrà dopo. “Ogni comune cittadino deve preoccuparsi della sua pensione e dopo 12 anni di lavoro non riceve un vitalizio”, aggiunge.
Ma non c’è il rischio che togliendolo, e non prevedendo nulla di transitorio, nell’ultimo scorcio di mandato i consiglieri di Stato comincino a cercare un lavoro, perdendo così la dovuta indipendenza? “Siamo convinti di no”, risponde Roman Hug. “Il salario medio di un consigliere di stato è di oltre 270’000 franchi e ciò dovrebbe permettergli di avere uno, due o tre mesi dopo la fine del mandato in Governo per trovare un nuovo lavoro”.
Per la popolazione la chiamata alle urne sarà il 30 novembre e nelle prossime settimane anche il comitato interpartitico contrario all’iniziativa presenterà i suoi argomenti.