Ticino e Grigioni

I difficili rapporti tra politica e potere giudiziario

Dopo la bocciatura dell’acquisto dello stabile EFG, un incontro tra parlamentari e Consiglio della magistratura ha approfondito le criticità segnalate dal settore

  • 10 giugno, 19:12
  • 10 giugno, 20:41

Post voto su stabile EFG, politica parlamentare al lavoro

SEIDISERA 10.06.2024, 18:39

  • TiPress
Di: SDS/QUOTIDIANO/RSI INFO

L’incontro tra i parlamentari e il Consiglio della magistratura era già previsto da tempo. La giustizia ticinese è sotto pressione, fra richieste di potenziamento dell’organico, polemiche legate ai disagi all’interno del Tribunale penale cantonale e all’annosa questione delle nomine dei magistrati.

Un incontro che arriva il giorno dopo la sonora bocciatura popolare dell’acquisto dello stabile EFG, dove sarebbe dovuta nascere la città della giustizia. Dentro e fuori i palazzi del potere lo schiaffo popolare fa ancora rumore. Anche perché per il capo delle Istituzioni Norman Gobbi il quasi 60% di “no” significa che gli investimenti nella Giustizia non sono una priorità per i cittadini e che per le riforme andranno trovate soluzioni a costo zero.

A tenere banco nel faccia a faccia tra parlamentari e magistrati sono però tutte le criticità contenute nell’ottantina di pagine del rapporto annuale del Consiglio della magistratura. Dagli stabili fatiscenti alla scarsità di effettivi. “Sappiamo tutti che bisogna mettere un po’ mano all’organizzazione della magistratura e rivedere qualcosa. Ci siamo presi del tempo per capire qual è lo stato di salute e da adesso in avanti possiamo pensare di fare delle proposte costruttive”, afferma l’attuale presidente del Consiglio della magistratura, Damiano Stefani, in carica da un anno e mezzo.

Le premesse sembrano quindi promettenti, ma ai cantieri classici da affrontare e che implicano investimenti finanziari, si intreccia ora l’assenza di una casa per la Giustizia ticinese. “I soldi sono quello che sono e bisogna andare per priorità. Ieri non è stato acquistato un palazzo quindi vuol dire che però i soldi per la giustizia ci sono, c’erano e quindi dovranno anche esserci. Non dimentichiamo che il Dipartimento delle istituzioni negli ultimi tre anni è aumentato di 83 unità, quindi vuol dire circa 10 milioni di franchi di stipendi, e solo cinque sono andate alla magistratura. Ecco questo è un tema che si dovrà essere affrontato” afferma il presidente della Commissione parlamentare Giustizia e Diritti, Fiorenzo Dadò.

Politica e giustizia si interrogano sul futuro

Il Quotidiano 10.06.2024, 19:00

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