Vincono le scommesse sportive, perdono adolescenti, giovani adulti e clientela over 60. Potrebbe essere un titolo per lo studio “TI Gambling – Il gioco d’azzardo in Ticino”, i cui risultati sono stati presentati martedì mattina a Bellinzona. L’indagine condotta tra 2023 e 2024, frutto della collaborazione tra il DECS, la Commissione consultiva Fondo gioco patologico e la SUPSI, mirava a offrire un quadro aggiornato sulle abitudini di gioco della popolazione ticinese e della clientela dei tre casinò presenti sul territorio, oltre a quello di Campione d’Italia.
Secondo Emiliano Soldini, ricercatore del Centro competenze pratiche e politiche sanitarie della SUPSI e co-autore con Salvatore Maione e Angela Lisi, lo studio ha evidenziato, rispetto al quadro del 2012 e 2013, “una riduzione generalizzata delle attività di gioco d’azzardo, eccezion fatta per le scommesse sportive, per le quali è stato invece notato un aumento o stabilità a seconda della popolazione considerata. È emersa al tempo stesso una forte diffusione del gioco online, in particolare nell’ambito delle scommesse sportive”. Adolescenti e giovani adulti sono risultati particolarmente vulnerabili in questo contesto. L’esca arriva attraverso i cellulari, coi quali è possibile - a ogni ora del giorno - scommettere su qualsiasi evento sportivo oppure entrare nel mondo dei giochi online, inizialmente gratuiti ma che poi creano un vortice di dipendenza e di nuovi obiettivi da sbloccare e, ovviamente, da pagare.
La clientela over 60 dei Casinò ha denotato invece un comportamento di gioco particolarmente a rischio. Tra i giochi d’azzardo tradizionali praticati si osserva un interesse in calo per la roulette (dal 46,3% nel 2013 al 42,6% del 2023), ma soprattutto il balzo avanti del Black jack (dal 10.2% al 30,8%). Nel confronto per età spicca il fatto che gli over 60, rispetto agli under 30, frequentano molto più spesso e a lungo i casinò. È inoltre molto più significativa la proporzione dei giocatori solitari.
Lo studio, finanziato dal Fondo gioco patologico, sottolinea l’importanza di rafforzare le misure preventive, in particolare all’interno delle case da gioco, e di aggiornare gli strumenti di monitoraggio per tenere conto dei nuovi giochi “ibridi” che fondono elementi di azzardo e videogiochi.
Uscirne si può
Marina Carobbio Guscetti, direttrice DECS
Da parte sua la direttrice del DECS Marina Carobbio Guscetti ha sottolineato che “lo studio ha un importante valore sociologico e politico. Sviscera quelle che sono problematiche individuali ma anche di salute pubblica. Permette di adattare le misure preventive, di focalizzare l’attenzione sui gruppi maggiormente a rischio”.
In risposta ai dati emersi, il DECS e altri enti stanno pianificando nuove iniziative. In autunno si terrà il convegno “Dipendenze e indebitamento 3.0”, mentre nel 2026 sarà la volta di “Giovani & Gioco d’azzardo”. Proseguiranno anche le attività di sensibilizzazione nelle scuole, con l’aggiornamento della mostra interattiva “Non farti fregare dal gioco”, che ha già coinvolto oltre 3’500 studenti.
“Uscirne si può”, ha dichiarato Marina Carobbio, rivolgendosi direttamente a chi vive una situazione di dipendenza. “I professionisti ci sono. Le risorse anche. Ma serve l’impegno di tutta la comunità”.
Il Radiogiornale delle 12.30 del 15.07.25, il servizio di Marcello Ierace