Il caso dell’ex direttore di banca condannato per aver usato i soldi dei clienti per andare al casinò ha fatto riaffiorare la preoccupazione sul tema della dipendenza dal gioco d’azzardo. Anna-Maria Sani, psicologa e responsabile dell’Istituto di Ricerca sul Gioco d’Azzardo, ha parlato dell’evoluzione di questa problematica a SEIDISERA.

Il direttore di banca e i soldi del casinò: condannato a Lugano
SEIDISERA 01.07.2025, 18:00
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Secondo Anna-Maria Sani, quando si parla di questo tipo di dipendenze non si può parlare di “vizio, perché si tratta di una malattia grave, cronica e recidivante”. Inoltre, “anche chiamarlo ludopatia non è corretto”, ha spiegato la psicologa, poiché la parola “ludo” significa gioco, ma “il gioco in generale, e se viene abbinata poi alla parola apatia, questa diventa una semplificazione semantica”. La malattia infatti “prevede l’impulso irrefrenabile di dover andare a giocare, a scommettere”, e “se una persona viene identificata come giocatore a rischio, i casinò svizzeri sono obbligati a escluderla”.
A un certo punto l’ex direttore di banca è stato infatti escluso dai casinò ticinesi ed è andato a giocare a quello di Campione d’Italia, quando questo aveva riaperto. “Se un casinò ticinese ha emanato un’esclusione imposta”, ha osservato Sani, “questa esclusione è valevole per tutti i casinò svizzeri terrestri, per tutti i casinò online svizzeri e per l’online delle lotterie”, ma “purtroppo non è estesa l’esclusione al casinò di Campione o a quelli in genere europei”. Un primo passo verso la collaborazione “è stato fatto con il Liechtenstein”, e ciò rappresenta “un’ottima idea, che dovrà essere poi estesa anche a casinò italiani, francesi e austriaci”. Nell’opinione della dottoressa è quindi “importante in futuro pensare a una legislazione internazionale”, come una sorta di lista di Schengen di persone che non possono, o non dovrebbero poter entrare nelle case da gioco.
Per quanto riguarda l’ambito dei casinò online si è potuto notare un aumento dei casi problematici, poiché così “possiamo giocare 24 ore su 24, sette giorni su sette”. “Nei casinò online svizzeri c’è una protezione”, ma per quanto riguarda quelli esteri “che sono illegali, non c’è questa protezione”. Il gioco online risulta essere “tre volte più pericoloso rispetto al gioco terrestre”. Se “nel 2017 in Svizzera il 2,9% della popolazione adulta soffriva di un problema legato al gioco d’azzardo”, nel 2022 “siamo passati al 4,3%”. In questo contesto, quello che rasserena Anna-Maria Sani è “che non sono aumentati i giocatori patologici o quelli che soffrono della malattia vera e propria”, piuttosto “sono aumentati i giocatori a rischio”.