Come da tradizione, anche quest’anno torna “Riuniti per Natale” per raccontarvi le storie di alcuni emigranti partiti dalla Svizzera italiana. Il Paese scelto per l’edizione 2025 è la Spagna con tappe a Madrid, Barcellona, nella Comunità Valenciana e nell’arcipelago delle Isole Canarie, con vista sull’Oceano Atlantico.
L’isola come filosofia di vita, l’isola come rifugio da una vita caotica. Sull’isola di Gran Canaria, la più grande dell’arcipelago delle Canarie, abbiamo incontrato Simone Schmid, classe 1978 e originario di Vacallo. Per lui, il trasferimento ha coinciso con un drastico cambiamento a livello professionale: da ex gerente di filiale nel campo del commercio al dettaglio (con orari che spesso gli impedivano di vedere la luce del giorno) agli investimenti in campo immobiliare, respirando la salsedine e godendosi la vita all’aria aperta.
Insieme a Patrizia Dimitri, la sua compagna, Simone ha così fatto una scelta radicale: vendere buona parte di ciò che possedeva in Ticino per acquistare nove bungalow a Playa del Inglés, la zona più turistica dell’intera isola. L’investimento, datato 2015, ha anticipato quella crescita turistica che (complice la pandemia da Coronavirus) ha convinto sempre più visitatori provenienti dal nord Europa ha svernare qui per diversi mesi l’anno. Dal turismo mordi e fuggi agli affitti di lunga durata: un’evoluzione che ha ricompensato il loro coraggio.
Simone e Patrizia vivono sull’isola di Gran Canaria dal 2017, hanno sposato uno stile di vita sano e ora continuano a seguire il loro fiuto per gli affari. Grazie al progetto 369Clean, infatti, mirano a diffondere in tutta la Spagna e nel resto d’Europa una tipologia di lavanderia self-service alla portata di tutti. Insieme a loro siamo andati alla scoperta di una delle prime sedi, ubicata nell’autosilo di un centro commerciale. L’ideale per chi ama la praticità di parcheggiare, caricare la lavatrice e andare a fare la spesa, in attesa che il bucato sia pronto.

Tutto rose e fiori, quindi? Non proprio, perché la storia di Simona e Patrizia è molto distante dal mito del “lascio tutto e apro un chiringuito sulla spiaggia”. Loro hanno conosciuto bene il dietro le quinte e le difficoltà di un mercato del lavoro in cui la serietà e l’affidabilità non sono sempre scontate; è stato quindi difficile circondarsi dei collaboratori giusti, ma è una sfida che hanno deciso di affrontare anche negli anni a venire.
“Nei momenti di maggior stress” ci ha raccontato Irena Kron, 70 anni di Chiasso, “ho sempre pensato che prima o poi mi sarei rifugiata su un’isola. Era il sogno per il mio futuro”. E anche se l’isola non aveva ancora un nome o una connotazione precisa, lei ha sempre vagheggiato quell’idea per non soccombere di fronte alle enormi moli di lavoro. Prima dirigente per la Polis di Mendrisio, poi direttrice del residence in provincia di Siena con ristorante annesso, Irena ha aspettato la pensione per trascorrere a Lanzarote i suoi golden years – i cosiddetti “anni dorati”, quelli per i quali non avrebbe dovuto chiedere il permesso a nessuno.

Insieme a suo marito Alberto Poggi, conosciuto in Toscana, Irena si è ritagliata una vita interamente dedicata alle sue passioni. Trascorre le giornate tra lettura e giardinaggio, mentre lui ha finalmente il tempo di andare a pescare. Insieme, sono andati alla scoperta dell’isola (che per superficie è grande quanto un terzo del canton Ticino) e hanno degustato tutti i suoi prodotti locali: formaggi di capra e vini a base di Malvasia Volcánica, il vitigno simbolo dell’isola di Lanzarote. Le piante crescono infatti tra le distese di picón, la cenera vulcanica che racconta una storia ricca di eruzioni e tinge di nero il paesaggio.
Irena e Alberto sono però rimasti sempre in contatto con la famiglia e a Lanzarote hanno ospitato Dario Poggi, il padre di Alberto, che ha trascorso qui gli ultimi anni della sua vita godendosi il clima mite e lo stile di vita rilassato. “Se fossi rimasto in Italia” amava ripetere, “sarei morto molto tempo fa”. A casa Kron sono poi frequenti le cene e gli aperitivi, grazie ai quali la nostra emigrante si è integrata in una comunità ricca di storie e aneddoti. “Il Ticino mi manca, abbiamo là ancora molti amici” ha ammesso Irena, al margine di una festa organizzata sulla loro terrazza, “ma preferiamo che siano loro a venirci a trovare”.







