Mentre le luminarie natalizie adornano le vie di Lugano, celando la città in un’atmosfera festosa, una realtà ben diversa e più cupa si nasconde dietro le vetrine scintillanti, la crescente povertà. Il Ticino, spesso percepito come un cantone prospero, si trova ad affrontare un aumento significativo delle persone a rischio di povertà ed esclusione sociale. Questo fenomeno, lungi dall’essere marginale, sta diventando una preoccupazione sempre più pressante per le istituzioni e le associazioni locali.
Un Cantone a rischio
I dati recenti dipingono un quadro allarmante. Secondo l’Ufficio Federale di Statistica, nel 2023 circa l’8% della popolazione svizzera viveva in condizioni di povertà relativa, una percentuale che ha visto un’accelerazione a partire dal 2020 a causa delle conseguenze economiche della pandemia di Covid-19. In Ticino, la situazione è ancora più critica: nel 2021, quasi una persona su quattro (il 23,3%) era a rischio povertà, ovvero viveva in un’economia domestica con una disponibilità economica inferiore al 60% del salario medio. Questo dato è quasi il doppio della media nazionale, che si attesta al 14,6%.
Un rapporto sociale sulla povertà in Ticino, pubblicato nel dicembre 2023, ha rivelato che nel 2018 il tasso di povertà reddituale assoluta era del 7,4%, in aumento rispetto al 6,1% del 2015. Senza gli aiuti sociali, questa percentuale sarebbe quasi raddoppiata, raggiungendo il 14,6%. Questi numeri evidenziano l’importanza fondamentale della rete di sostegno sociale nel mitigare l’impatto della povertà.

Anziani in povertà
Falò 18.02.2025, 20:40
I volti della nuova povertà
La nuova povertà in Ticino colpisce diverse fasce della popolazione. Tra le categorie più vulnerabili si annoverano le persone sole, gli anziani, le famiglie monoparentali e gli individui con bassa formazione. In particolare, l’invecchiamento demografico rappresenta una sfida significativa. A Lugano, nel 2015, si contavano 169 anziani ogni 100 under 15, una cifra salita a 195 nel giro di dieci anni. La preoccupazione è che la futura generazione di anziani sarà sempre più povera.
Anche i giovani sono a rischio, confrontandosi con una povertà multidimensionale che va oltre l’aspetto finanziario, includendo la povertà sociale, di costruzione di reti sociali e formativa. Molti giovani faticano ad accedere a una formazione che permetta loro di integrarsi nel mondo del lavoro e diventare autonomi. Un aspetto sorprendente è la povertà digitale, con persone che non possiedono un computer personale, il pacchetto Office o un abbonamento internet, rimanendo così tagliate fuori da un mercato del lavoro sempre più digitalizzato.
La rete di solidarietà
Di fronte a questa realtà, numerose associazioni e enti si mobilitano per offrire supporto e contrastare l’avanzare della povertà. Segni dei tempi ha incontrato alcuni di loro. Il mercatino delle pulci organizzato dalla Chiesa Evangelica Riformata nel Sottoceneri è un esempio di iniziativa che non solo offre beni a prezzi accessibili, ma genera anche fondi per le attività della chiesa. Come sottolineato da un volontario a Cristina Ferrari, «c’è gente che non può permettersi di comprare cose nuove».
Un ruolo cruciale è svolto da Tavolino magico, un’associazione che raccoglie quotidianamente generi alimentari in esubero da supermercati, produttori e grossisti, ridistribuendoli a chi si trova in difficoltà economica. La piattaforma logistica di Cadenazzo riceve ogni giorno circa 3 tonnellate di cibo che altrimenti verrebbero buttate. Questi alimenti, spesso freschi e costosi come frutta, verdura, yogurt e carne, vengono consegnati ai 17 centri di distribuzione in Ticino e nelle parti italiane dei Grigioni, dove ogni settimana vengono aiutate circa 3.000 persone. La «magia di Tavolino magico» è quella di «far trovare nel frigo e sulle tavole delle persone indigenti cibo fresco e anche costoso».
L’attività di Tavolino magico è cresciuta esponenzialmente: se cinque anni fa aiutava 1.300 persone a settimana, oggi ne assiste 3.000. Tra i beneficiari ci sono giovani coppie, donne sole con figli e persino persone che, pur avendo un lavoro, non riescono a garantire una vita dignitosa con il proprio reddito.
La Città di Lugano, riconoscendo la gravità del problema, ha promosso un tavolo di lavoro sulla povertà, riunendo enti e associazioni per facilitare il confronto e sviluppare interventi condivisi. Lo sportello sociale ha rilevato che molte persone provano vergogna a rivolgersi ai servizi ordinari, preferendo realtà più private e piccole. Per questo, la città ha introdotto, oltre all’aiuto economico, la possibilità di instaurare un rapporto relazionale con le persone, aiutandole a gestire le proprie finanze e a riacquistare la propria dignità.
Un futuro incerto
L’aumento dei costi sanitari, in particolare quelli legati alle casse malati, ha un impatto significativo sulle economie domestiche. Gli esperti si interrogano su cosa accadrà tra 15-20 anni, quando i baby boomer entreranno nella fascia d’età anziana, prevedendo un ulteriore aumento della povertà tra gli anziani. La politica fatica a trovare soluzioni efficaci a un problema così complesso e in continua evoluzione.
La povertà in Ticino è una realtà. Dietro la facciata scintillante di Lugano si celano zone d’ombra e zone grigie che richiedono l’impegno congiunto di associazioni, volontari e istituzioni per garantire un futuro più equo e dignitoso per tutti.



