Approfondimento

La Diocesi di Lugano e il ritorno dell’esorcista

Tradizione medievale o risposta a nuovi bisogni? Tra fede e occultismo, Falò indaga sul ritorno di questa figura rinata in chiave moderna e regolamentata da corsi universitari

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Il diavolo e l'acqua santa

Falò 29.04.2025, 20:45

Di: Francesca Luvini/Falò 

La Diocesi di Lugano ha nominato un nuovo esorcista ufficiale. La notizia ha creato stupore fra chi credeva queste pratiche seppellite nel Medioevo o relegate ai film horror, ma anche sollievo fra molti fedeli. Cosa ci sta dietro a questa notizia? A quali bisogni risponde? Falò ha affrontato un viaggio alla scoperta di un mestiere che è rinato in chiave moderna e regolamentata da corsi universitari obbligatori per rispondere a una domanda crescente di persone in difficoltà e per contrastare pratiche occulte ed esoteriche.

L’esorcista di Lugano

“Io ho visto persone sputare chiodi, non so darne un giudizio, però l’ho visto con i miei occhi”. A raccontarci ciò è il giornalista Paolo Rodari che per anni ha seguito Padre Amorth, forse il più famoso esorcista di Roma, ormai scomparso ma ancor nella memoria cinematografica (ricordate Russel Crowe ne L’esorcista del Papa?) e di moltissimi fedeli.

Paolo Rodari è una delle testimonianze che ci accompagna ad addentrarci in un mondo che in molti credevano sepolto nei secoli passati e che in realtà sta vivendo una riattivazione, tanto da spingere la Diocesi di Lugano a nominare un nuovo esorcista.

Il posto era rimasto vacante dalla morte di don Sandro Vitalini nel 2020. “Inevitabilmente è un settore che deve essere coperto da una presenza competente, pacata, intelligente. Però ci vuole ci vuole; perché il bisogno è tanto!” ci dice don Willy Volonté, che era stato incaricato dal vescovo di occuparsi di alcuni casi specifici.

Ora sarà Don Gabriele Diener ad assumere quel ruolo, ma solo dopo che sarà stato formato.

La possessione e l’aiuto oltreconfine

Nel frattempo e in questi anni, i fedeli ticinesi chiedevano aiuto oltre frontiera, dove le Diocesi più vicine al confine sono molto organizzate. A Como da poco più di un mese è in funzione un servizio telefonico per chi cerca un esorcista. “Posso dire che da quando è stato pubblicizzato, in pochi giorni abbiamo avuto oltre 100 chiamate” riferisce il coordinatore dell’equipe San Michele Don Marco Nogara.

A telefonare è stata anche una persona dal Ticino “Ho bisogno dell’esorcismo perché ho avuto un maleficio da una persona che veramente ha dato l’anima al demonio e manda gli accidenti”, racconta alle telecamere di Falò.

A Milano incontriamo anche Francesco, mentre promuove una sua pubblicazione, la sua esperienza e il suo incontro con il Diavolo: “Quando una persona soffre di una malattia incurabile bussa in qualche modo a ogni porta” racconta  “durante le preghiere di liberazione parlavo in lingue sconosciute, rotolavo sul pavimento, andava in completa dissociazione.”

L’esorcismo

A spiegare l’esorcismo e questa sua rinascita ci aiuta Don Ambrogio a Milano: “Io sono proprio contento di fare l’esorcista perché se no questa gente di chi sarebbe? Sarebbe dei maghi! Andrebbe dai maghi, dai fattucchieri”, sono le sue parole che spiegano quanto sia diffuso il fenomeno dell’occultismo, con sedicenti guaritori che in cambio di soldi promettono una vita migliore e a cui la Chiesa Cattolica vuole opporsi nominando esorcisti.

Don Ambrogio è un maestro di quello che è ormai considerato un mestiere e per il quale oggi è richiesta una formazione universitaria a Roma e che vede gli esorcisti riuniti in un’associazione internazionale, riconosciuta ufficialmente proprio da Papa Francesco e che conta ben 900 iscritti.

Il dialogo con la scienza c’è, ci tengono a specificare i sacerdoti, che intervengono solo dopo oppure insieme alla medicina, alla psichiatria, alla psicologia.

E lo psichiatra luganese Carlo Calanchini da parte sua conferma in questo senso di non temere tanto l’esorcismo: “Io temo di più i ciarlatani sono più pericolosi”, spiega, poiché invitano a rinunciare alla prescrizione farmacologica di un paziente.

Le diocesi del nord

Dove invece il diavolo sembra non più esistere è a nord delle Alpi. Nella cultura germanofona si è ormai rinunciato ad avere un esorcista in diocesi.

A San Gallo spiegano come alle domande dei fedeli si debba rispondere altrimenti, con un team di esperti da ogni ambito, religioso, medico e sociale.

“Papa Francesco parlava senza problemi del diavolo; io preferisco non farlo, perché c’è il rischio di vedere il diavolo come un antagonista di Dio.” Sono le parole del responsabile della pastorale Fritz Kreissl. E ancora sottolinea la responsabilità di uomini e donne nel male e nelle malattie: “Se guardiamo alla possessione in psichiatria, sappiamo che è un disturbo legato alla propria personalità. E quindi si tratta di responsabilizzare le persone e farle trovare la via per curare il proprio male.”

Insomma, il dibattito teologico è aperto.

05:25

Il diavolo non c'è più

Falò 29.04.2025, 21:10

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