Ticino e Grigioni

Lanciata la campagna contro i vitalizi dei consiglieri di Stato

I cittadini grigionesi il 30 novembre saranno chiamati a pronunciarsi sull’iniziativa dell’UDC per togliere la rendita a vita e sul controprogetto che la limita a tre anni

  • Ieri, 20:29
  • Un'ora fa
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Grigioni, al via la campagna sui vitalizi

Il Quotidiano 03.10.2025, 19:00

Di: Il Quotidiano-Davide Paggi/FCi 

Nessuno gode di un paracadute dorato e non dovrebbero averlo nemmeno gli ex consiglieri di Stato retici. È quello che sostiene l’UDC grigionese, che ha lanciato a Coira questo venerdì la campagna per la sua iniziativa, che chiede di cancellare i vitalizi per i consiglieri di Stato. Una rendita che può superare i 100’000 franchi all’anno.

“Questi politici hanno salari alti, ed è giusto così perché hanno molta responsabilità e poi dispongono di una buona cassa pensione. Ma un vitalizio aggiuntivo dopo il mandato non va più pagato. È un retaggio del passato che la maggioranza dei cantoni non conosce più”, ha affermato ai microfoni del Quotidiano il presidente dell’UDC grigionese Roman Hug.

In Gran Consiglio l’iniziativa dell’UDC è stata respinta a favore del controprogetto che cancella il vitalizio, ma lo sostituisce con una rendita ponte per i tre anni successivi l’uscita dall’esecutivo. Per Walter Grass, capogruppo dell’UDC nel Parlamento retico, “questi mesi sono di troppo”, indica aggiungendo che il salario dei “ministri” è buono e questi possono prepararsi a cosa verrà dopo. “Ogni comune cittadino deve preoccuparsi della sua pensione e dopo 12 anni di lavoro non riceve un vitalizio”, aggiunge.

Ma non c’è il rischio che togliendolo, e non prevedendo nulla di transitorio, nell’ultimo scorcio di mandato i consiglieri di Stato comincino a cercare un lavoro, perdendo così la dovuta indipendenza? “Siamo convinti di no”, risponde Roman Hug. “Il salario medio di un consigliere di Stato è di oltre 270’000 franchi e ciò dovrebbe permettergli di avere uno, due o tre mesi dopo la fine del mandato in Governo per trovare un nuovo lavoro”.

Per la popolazione la chiamata alle urne sarà il 30 novembre e nelle prossime settimane anche il comitato interpartitico contrario all’iniziativa presenterà i suoi argomenti.

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