Ticino e Grigioni

Legge sulla chiesa cattolica, cosa potrebbe cambiare?

Il Gran Consiglio decide lunedì. La proposta del Movimento per il socialismo: l’autorità ecclesiale dovrà notificare i reati, ai danni sia dei minori sia dei maggiorenni, entro 30 giorni

  • 2 ore fa
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04:05

SEIDISERA del 15.11.2025 - Modifica della Legge sulla chiesa cattolica - Il servizio di Marcello Ierace

RSI Info 15.11.2025, 18:00

  • Ti Press
Di: SEIDISERA - Marcello Ierace/M. Ang. 

In Ticino lunedì approda in Gran Consiglio la modifica della Legge sulla chiesa cattolica. La novità è l’inserimento dell’obbligo di denuncia al ministero pubblico da parte dell’autorità ecclesiastica. Finora l’obbligo era solo nel senso inverso, ovvero dall’autorità civile a quella religiosa.

Come succede di tanto in tanto, la cronaca dà un colpo di acceleratore alla politica. In questo caso si è trattato della vicenda dell’ex docente del collegio Papio di Ascona. Ci sono voluti anni perché la questione passasse dalla Curia al ministero pubblico. Anni durante i quali l’uomo si è trovato confrontato con potenziali altre vittime. Una situazione, questa, che non si dovrebbe più ripresentare, grazie alla modifica di legge che lunedì dovrebbe essere accolta dal Parlamento ticinese e nella quale si obbliga l’autorità ecclesiale a notificare eventuali reati di cui venisse a conoscenza.

Quali sono le principali novità normative? Lo spiega, ai microfoni di SEIDISERA della RSI, Giuseppe Sergi, deputato del Movimento per il socialismo che, con Matteo Pronzini, ha dato il là, nel settembre 2024, a questa modifica di legge: “Vi sono due elementi fondamentali nella proposta che fa il rapporto della Commissione: il primo è la tempestività, cioè il fatto che gli organi dirigenti della Curia ma non solo, anche tutti gli organi sottoposti nell’ambito della Curia, di fronte a indizi e possibili indizi di reato, debbano segnalare all’autorità penale questi fatti al più tardi entro 30 giorni. Il secondo elemento è che questo obbligo di segnalazione non riguarda evidentemente solo i minorenni e non solo persone incapaci di discernimento ma anche persone che sono in rapporti educativi, di fiducia, di lavoro con delle persone che appartengono al clero”.

Tenendo ben presente che la legge, canonica o civile che sia, è fondamentale ma da sola non basta. E lo sa bene il GAVA, il Gruppo di ascolto per vittime di abusi in ambito religioso. La co-presidente, Patrizia Cattaneo Beretta, ha dichiarato, sempre a SEIDISERA, che: “Si tratta certamente di un passo nella giusta direzione. Un passo dovuto. Per noi di GAVA è chiaro: chi viene a conoscenza di reati così gravi, come gli abusi su minori o persone vulnerabili, nella Chiesa ma anche in altre realtà e organizzazioni, deve segnalarli e denunciarli all’autorità civile. La legge è necessaria, ma non basta. È importantissimo fare tutto il percorso con la vittima, cioè ascoltare lei, accompagnare lei, capire cosa lei desidera veramente, permetterle di comunicare un dolore che lascia cicatrici fino nell’anima. E appunto in questa dimensione che si situa principalmente il nostro lavoro come GAVA, in un ascolto attivo, empatico, non giudicante, che si pone prima di tutto nell’ottica delle vittime”.

Ma è presumibile che con questa modifica di legge ci sia un aumento delle segnalazioni? “Non si può sapere in anticipo se aumenterà il numero di persone che si rivolgeranno a GAVA in futuro - risponde Patrizia Cattaneo Beretta -. GAVA si muove innanzitutto sul fronte del sostegno alle vittime e con la sua presenza pubblica vuole contribuire a creare più consapevolezza sul tema e un clima generale di rispetto e cura nelle relazioni. Contribuisce anche a diffondere una cultura della prevenzione, ad esempio attraverso la formazione dei suoi membri, ma non solo. La prevenzione si fa anche all’interno della Chiesa, in particolare con i corsi di formazioni per sacerdoti e collaboratori che la nostra fondatrice Myriam Caranzano e la sua équipe tengono da anni in diocesi”.

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