Il movimento autogestito SOA il Molino ha tenuto sabato pomeriggio a Lugano un presidio dal titolo “allerta antifascista”, presente una 60ina di persone.

La polizia presidia il centro di Lugano
Nel comunicato diffuso dal movimento, si fa anche riferimento al gruppo del Fronte nazionale elvetico, di estrema destra, che avrebbe dovuto manifestare proprio oggi. Manifestazione che è stata però annullata dagli organizzatori dopo che la polizia ha dichiarato di non riuscire a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico.
SOA definisce questo gruppo “apertamente filofascista”, visto che “promuove la ‘remigrazione’ e si ispira ai deliri nazifascisti, razziali e xenofobi”. Il Molino critica il Municipio cittadino per averne precedentemente autorizzata la manifestazione.
Foletti: “Darei l’autorizzazione a tutti quei gruppi che non sono dichiarati illegali in Svizzera”
SEIDISERA ha quindi interpellato il sindaco di Lugano Michele Foletti: “Da quello che ho potuto vedere, che è stato messo sui vari canali social da parte di chi è in piazza in questo momento, la manifestazione è stata indetta contro un Municipio fascista che ha dato un’autorizzazione a manifestare a un gruppo di destra”.
Il sindaco non rimpiange la sua scelta: “Se dovesse venire un gruppo di terrapiattisti a chiedere l’autorizzazione per fare una manifestazione, anche se non sono un terrapiattista gli darei l’autorizzazione. (...) Io darei l’autorizzazione a tutti quei gruppi che non sono dichiarati illegali in Svizzera”. E ricorda: “La nostra Costituzione permette a tutti di manifestare le proprie idee. Anzi, c’è chi chiede l’autorizzazione per poterlo fare e sappiamo chi sono queste persone, abbiamo nome, cognome, indirizzo e numero di telefono. Ci si siede e si discutono le regole per manifestare”. Foletti aggiunge che “c’è tutto quel mondo che non riconosce l’autorità delle istituzioni e che manifesta senza chiedere autorizzazioni e che si lamenta se qualcuno ha chiesto un’autorizzazione e ha ricevuto un’autorizzazione”.
Riguardo ai contenuti forti che il Fronte nazionale elvetico posta sui social, il sindaco ammette: “Anche a me fa impressione, come fa impressione vedere le croci uncinate sulle panchine con scritto sotto ‘Israele merda’. Dobbiamo essere molto attenti in questo momento. Abbiamo una società polarizzata e ci sono gruppi che stanno andando veramente verso gli estremi”.
A Foletti SEIDISERA chiede se non c’è il rischio che manifestazioni e contro manifestazioni portino a dei disagi. “Quando si abusa delle libertà costituzionali, poi alla fine si finisce per creare qualcosa che nessuno di noi vorrebbe”, risponde. “Una manifestazione va bene se c’è qualcosa da dimostrare, ma poi tra l’altro poi perdono di efficacia se vengono ripetute settimanalmente. Perché poi la gente non ci fa più caso, anzi si arrabbia e non segue più nemmeno con attenzione quelle che sono le rivendicazioni di chi manifesta”.
Il Fronte nazionale elvetico
Il nome non era noto in Ticino fino a pochi giorni fa, indica il gruppo Prevenzione e negoziazione della Polizia cantonale ticinese. Ma una volta annunciata la manifestazione (e la contromanifestazione del SOA), il Fronte nazionale elvetico ha guadagnato attenzione.
Sulla sua pagina Instagram conta quasi 300 follower, ma non necessariamente - è giusto evidenziare - tutti si rifanno al gruppo e alla sua ideologia. Sulla pagina social si leggono però dei post dai toni piuttosto estremi.
Lo slogan del movimento è “sacrificio, costanza, violenza” e si possono leggere frasi come : “Il sacrificio forgia la disciplina, la violenza diventa difesa quando è l’unico modo per proteggere”. E ancora: “Loro sono ratti che strisciano nell’ombra. È il momento dell’attacco con le ali spiegate e artigli affilati. Caliamo dall’alto per spazzarli via”.
Le frasi sono spesso accompagnate da raffigurazioni di uomini con la testa rasata, espressioni di odio e rabbia e con dei manganelli in mano.
Fronte nazionale elvetico è anche un nome che ha dei forti richiami, come al Fronte nazionale francese di Le Pen (ora Rassemblement national). Inoltre, negli anni ‘30, mentre Hitler andava al potere, nacque in Svizzera un movimento con lo stesso nome che si rifaceva all’ideologia nazista, che arrivò ad avere anche un rappresentante al Consiglio nazionale. Il movimento svanì per poi risorgere nel 1943. Il frontismo fu poi vietato dal Consiglio federale.

SEIDISERA dell’8.11.2025 - Intervista a Michele Foletti sul presidio antifascista
RSI Info 08.11.2025, 19:05
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