Ticino e Grigioni

Novant’anni di “Meteo” da Locarno-Monti

Il 1° maggio 1935 fu emessa la prima previsione meteorologica da un luogo diventato simbolico e identitario, oltre che pieno di storie e aneddoti

  • 28.07.2008, 16:11
  • 1 minuto fa
Lettura strumenti (1940 circa)

Lettura strumenti (1940 circa)

  • MeteoSvizzera
Di: RSI Info/Bleff 

Nel 2025 MeteoSvizzera celebra un traguardo: i 90 anni della sede regionale di Locarno-Monti. Il primo maggio del 1935 il servizio meteorologico nazionale (fondato nel 1881) rafforzava la sua azione sul versante sudalpino, venendo incontro alle richieste di previsioni affidabili per il sud delle Alpi. Oggi ci lavorano circa 40 collaboratrici e collaboratori.

Locarno Monti, oggi

Tanti nomi per un unico simbolo

Il primo bollettino meteorologico destinato specificamente al sud delle Alpi fu emesso dal neonato Osservatorio meteorologico e bioclimatico ticinese. Quello che inizialmente fu chiamato “centro presagi”, ha cambiato denominazione più volte nel corso dei decenni, ma è rimasto, nel linguaggio comune e nella memoria collettiva semplicemente “Locarno-Monti” o “Osservatorio di Locarno-Monti”.

Oggi è una delle 4 sedi (assieme a Zurigo, Ginevra e Payerne nel canton Vaud) dell’Ufficio federale di meteorologia e climatologia MeteoSvizzera. La storica denominazione mantiene però un forte valore simbolico e identitario sul territorio.

Gli esordi del “centro presagi”

“Ci sono moltissime storie, aneddoti e riflessioni interessanti legate a Locarno-Monti”, ci spiega Stefano Zanini, responsabile del Servizio di previsione. “A partire dagli eventi che portarono alla sua fondazione, e che sono legati a doppio filo alla collaborazione tra l’Associazione climatologica ticinese (fondata nel 1929) e le vicende del viennese Schmid-Curtius”.

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La prima sede dell'’osservatorio bioclimatico ticinese in una villa a Locarno-Monti

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A lungo creduto un medico, ma in realtà un architetto, Schmid-Curtius si trasferì nel Locarnese negli anni ‘20. Aveva avuto problemi di salute legati alle conseguenze della Prima guerra mondiale, e gli era stato consigliato di passare del tempo in Ticino, per via del clima ritenuto terapeutico. Organizzò la sua vita qui e, per dimostrare scientificamente gli effetti positivi del clima ticinese, cominciò con le prime misurazioni dei parametri meteorologici. 

Nei suoi primi anni, Locarno-Monti si occupava infatti soprattutto di bioclimatologia (scienza tra la meteorologia, medicina e scienze ambientali) e dello studio della radiazione solare.

Il ruolo del turismo

Andando ancora più indietro nel tempo, è l’apertura del traforo ferroviario del San Gottardo nel 1882 ad aver rappresentato una svolta cruciale, rendendo il cantone facilmente raggiungibile dalla Svizzera tedesca e contribuendo alla sua fama come “Sonnenstube” del Paese. Questo nuovo flusso di visitatori alimentò la crescita del settore alberghiero e dei sanatori, strutture molto diffuse all’epoca per accogliere chi cercava benefici terapeutici grazie al clima mite e soleggiato.

Fin dalle origini, infatti, tra i membri dell’l’Associazione climatologica ticinese figuravano aziende, società e albergatori convinti che dati scientifici sul soleggiamento e sul clima mite potessero diventare strumenti strategici per attrarre visitatori. Il legame con il turismo era dunque strutturale: l’Associazione non solo sosteneva misurazioni e ricerche climatiche, ma si proponeva esplicitamente di rafforzare l’immagine del Ticino come meta ideale per vacanze e soggiorni salutari, alimentando la narrazione della regione come oasi climatica unica nel contesto alpino.

Le attività nel corso degli anni

Nel dopoguerra vennero condotti esperimenti antigrandine per proteggere le colture agricole, seguiti da approfondimenti sulla fisica delle nubi, con particolare attenzione alla formazione di precipitazioni e grandine.

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La nuova sede inaugurata nel 1958

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Negli anni ’70, il centro si concentrò sullo sviluppo di sensori meteorologici, contribuendo alla creazione della prima rete automatica di rilevamento in Svizzera. Con l’avvento dei satelliti meteo, Locarno-Monti fu tra i primi a elaborare in tempo reale i dati satellitari, pratica ancora oggi fondamentale per le previsioni.

Tuttavia, uno dei principali ambiti di eccellenza della sede rimane la meteorologia radar, attiva dal 1960, che consente di rilevare con precisione le precipitazioni anche in territori complessi come quelli alpini. Grazie a questi sviluppi, oggi è possibile seguire l’evoluzione di fenomeni come temporali, grandinate e nevicate anche da uno smartphone.

Tecnologie d'altri tempi

Dal lato di chi a Locarno-Monti ci lavora, “quello che è sicuramente cambiato rispetto al passato è che una volta tutto era manuale”, sottolinea Zanini. “Le osservazioni venivano fatte senza strumenti digitali, e per le previsioni c’erano pochissimi dati disponibili. Bisogna immaginarsi che le informazioni meteorologiche circolavano alla velocità dei mezzi dell’epoca.

“Abbiamo ritrovato una serie di documenti interni”, prosegue Zanini “che testimoniano un ampio dibattito sull’opportunità di installare una... telescrivente. L’allora direttore riuscì a ottenerla solo dopo mesi dall’inizio delle attività e di difficili trattative. Ed è stata installata definitivamente solo dopo un periodo di prova”.

Oggi e domani

Dal punto di vista operativo, Locarno-Monti si occupa della sorveglianza meteorologica del versante sudalpino – che comprende il Ticino, la Valposchiavo, la Val Bregaglia, la Mesolcina, la Val Calanca, la Val Monastero e l’Engadina – elaborando ogni giorno le previsioni. Inoltre, essendo responsabile per tutti i prodotti e le comunicazioni in lingua italiana, il centro garantisce l’accesso ai servizi di MeteoSvizzera a tutta la popolazione italofona della Confederazione, anche al di fuori delle regioni meridionali.

Uno degli incarichi più importanti affidati per legge a MeteoSvizzera è l’emissione di allerte meteorologiche. Le gravi intemperie dell’estate 2024 “hanno evidenziato ancora una volta quanto sia fondamentale la presenza regionale dell’ente”, sottolinea MeteoSvizzera sul suo sito internet. Locarno-Monti ha avuto un ruolo pionieristico in questo ambito: già dopo l’alluvione del 1978 si attivò per sviluppare i primi sistemi di allerta, allora ancora inesistenti.

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Distribuzione delle precipitazioni sulla Vallemaggia durante l'evento alluvionale del 30 giugno 2024 rilevate dalla rete radar

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“Per quel che riguarda la ricerca applicata, mirata ai nostri strumenti e applicazioni”, conclude Zanini, “si cerca di sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale, integrandola nello sviluppo di nuovi metodi per la post-elaborazione di dati di previsione, radar e satellitari”.

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Le previsioni meteo con l'IA

Telegiornale 02.04.2025, 20:00

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