In Ticino la tecnologia si pone al servizio della lotta al coleottero giapponese, che sul territorio continua ad avanzare nonostante l’attuale strategia di contenimento: particolarmente colpiti dalla proliferazione sono Mendrisiotto e Luganese.
Le autorità cantonali e la SUPSI hanno così dato il via ad un progetto congiunto di rilevamento dell’insetto attraverso dei droni: si tratta di localizzare i luoghi nei quali è più probabile che il coleottero deponga le uova. Il progetto, quindi, affianca rilevanti aerei a quelli già effettuati sul terreno. L’obiettivo, più nel dettaglio, è di “andare a caratterizzare” il terreno, sia in superficie che nei primi centimetri di sottosuolo, in modo da “comprendere quali sono i fattori che spingono” il dannoso insetto “a deporre le uova in un posto piuttosto che in un altro”, spiega al Quotidiano Chantal Del Siro, ricercatrice presso l’Istituto di scienze della terra della SUPSI.

La gestione del coleottero giapponese
SEIDISERA 20.08.2025, 18:00
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Il ricorso ai droni consentirà ai ricercatori di ottenere una mole maggiore di dati che, sommati a quelli ottenuti sul terreno, permetteranno di stabilire con precisione dove il coleottero preferisce deporre le uova. E lo studio preliminare, svoltosi nell’arco del 2024 a Figino, ha portato a risultati incoraggianti, evidenziando l’importanza delle immagini aeree.
“Una volta individuate le zone più critiche”, osserva Riccardo Battelli del Servizio fitosanitario cantonale, si può quindi intervenire in modo mirato con “quegli strumenti efficaci che oggi abbiamo”: dai nematodi che attaccano le larve dell’insetto, fino alla collocazione di “trappole nei luoghi preferenziali da cui l’insetto uscirà”. E posizionarle “là dove è presente la larva è effettivamente strategico” ai fini della lotta contro le infestazioni.