Da quest’anno, la scuola dell’infanzia è diventata obbligatoria a partire dai 5 anni anche nel Canton Grigioni, ultimo cantone svizzero ad adottare questa misura. I primi a iniziare sono stati gli allievi di Poschiavo, dove le scuole hanno riaperto lunedì. Nell’area italofona sono 260 i nuovi allievi, sui quasi 1’300 che entro il 25 agosto – data in cui la campanella suonerà anche in Mesolcina – inizieranno il nuovo anno scolastico. La riforma porta cambiamenti significativi nell’organizzazione scolastica e nella vita delle famiglie, ma sembra essere stata accolta positivamente sia da genitori e insegnanti.
Per le maestre, la riforma rappresenta un importante riconoscimento professionale. “Il trasformare le ore in lezioni ci permette di collaborare e di essere sullo stesso piano delle colleghe delle elementari”, ha spiegato al Quotidiano Carla Castelli, insegnante della scuola dell’infanzia, perché questa “fa parte a tutti gli effetti del primo ciclo”. “È anche una conquista in termini di retribuzione”, ha aggiunto la collega Alessia Menghini.
Cambiamenti organizzativi
L’introduzione della nuova legge ha richiesto un lavoro di preparazione, soprattutto da parte delle direzioni e delle autorità scolastiche, per definire gli orari delle lezioni. “Quest’anno è stato più impegnativo del solito per il cambiamento di griglia oraria delle scuole dell’infanzia, ma siamo riusciti a coprire bene le mattine”, ha dichiarato Sabina Paganini, direttrice delle scuole comunali di Poschiavo. Da quest’anno infatti, anche i più piccoli inizieranno la giornata alle 8, allineandosi agli orari delle scuole elementari. Ciò comporta un maggiore impegno finanziario per i comuni. A Poschiavo, ad esempio, si parla di un aumento di quasi 300’000 franchi. Tuttavia, ci sono anche benefici: “Avremo più risorse a disposizione per eventi e uscite scolastiche” grazie alle sovvenzioni cantonali, ha sottolineato Paolo Raselli, presidente del Consiglio scolastico di Poschiavo.
Oltre alle rivoluzioni anche le preoccupazioni
A novembre è previsto un incontro tra l’Associazione Insegnanti Grigioni (LEGR) e l’Ufficio cantonale per la scuola popolare e lo sport (USPS) riguardo alla questione dell’assenteismo scolastico. A livello cantonale, come a quello nazionale, non esistono però dati concernenti il fenomeno. “È necessario un monitoraggio”, ha affermato Nora Kaiser, presidente della LEGR, e “quando avremo delle cifre, allora potremo valutare delle misure concrete”.
Un’interpellanza di giugno del granconsigliere grigionese Samuele Censi (PLD), aveva aperto le porte al tema in Gran Conisglio. “Si tratta di una tendenza preoccupante, perché così si rischia l’esclusione nella società e la difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro”, si legge nell’atto parlamentare di Censi, preoccupato anche per le “conseguenti ricadute negative a livello sociale ed economico”.