Il secondo giorno di dibattimento al processo contro Flavio Bomio sarà consacrato alle perizie psichiatriche sul 71enne. Martedì la Corte ascolterà i due specialisti, quello nominato dal procuratore pubblico Amos Pagnamenta e quello voluto dalla difesa. I due rapporti giungono a conclusioni diverse.
Due tesi divergenti
Secondo quello preparato da Alessandra Canuto, professoressa ginevrina incaricata dalla pubblica accusa, l’ex presidente della Società nuoto di Bellinzona (SNB) è si affetto da disturbi di natura psichica, ma quando ha abusato degli atleti che allenava era in grado di capire la gravità dei suoi atti. Sapeva insomma cosa stava facendo ed era consapevole che i palpeggiamenti, le carezze, gli atti sessuali parziali o completi che consumava con i minorenni, erano illegali.
Le asserzioni della specialista ginevrina sono contestate nella perizia di parte, redatta dal dottor Carlo Calanchini e commissionata dall’avvocato difensore Maria Galliani. All’ex uomo forte della SNB, che lunedì si è difeso dicendo di non aver mai piegato con la forza o con la soggezione le presunte vittime, andrebbe riconosciuta una scemata responsabilità. L’ex commissario tecnico, reo confesso per quasi tutti i reati imputatigli e i circa 400 episodi contestatigli, non era insomma in grado di comprendere pienamente quanto faceva.
Lo stesso accusato ha detto lunedì di "essere vittima della mia natura". La questione sarà decisiva nell’apprezzamento della Corte delle Assise Criminali presieduta dal giudice Marco Villa e nella commisurazione nella pena. Nel caso in cui questa tesi venisse accolta, la pena potrebbe venir dimezzata.
Davide Paggi
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