Ticino e Grigioni

Reati gravi: "sì" alla destituzione

Il Gran Consiglio ha approvato la revisione delle norme, ma ha bocciato la sospensione in caso di inchiesta

  • 15.10.2013, 18:37
  • 05.06.2023, 18:51
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  • � Ti-Press / Samuel Golay

Il Parlamento ticinese ha approvato martedì - con 45 sì (Lega, PLR, PS), 29 no (PPD, Verdi e UDC) e 8 astenuti - il rapporto di maggioranza sulla revisione delle norme sull’ineleggibilità, sulla destituzione e sulla sospensione di persone condannate o perseguite per crimini o delitti contrari alla dignità della carica.

"Votare sì significa sostenere che va benissimo che resti come capo di un Dipartimento un criminale condannato in prima istanza", ha sostenuto Alex Pedrazzini (PPD), relatore di minoranza, sostenendo una proposta decisamente più severa che chiedeva anche la sospensione in caso di inchiesta.

“E’ sempre difficile intervenire dopo un intervento in aula di Pedrazzini, ma io penso che malgrado il suo accorato appello nessuno di noi abbia cambiato opinione rispetto a quella che aveva quando è entrato in quest’aula”, ha premesso il relatore del rapporto di maggioranza Andrea Giudici (PLR). “Vogliamo mantenere la separazione dei poteri. Perché non vogliamo trasformare il nostro cantone in un tribunale politicizzato”, ha concluso.

joe.p.

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Il dettaglio

Al fine di procedere a una destituzione dovranno essere soddisfatte le seguenti condizioni cumulative: a. condanna alla pena detentiva o alla pena pecuniaria per crimini o delitti; b. la condanna deve essere passata in giudicato; c. la condanna deve rientrare fra quelle iscritte nell'estratto del casellario giudiziale destinato ai privati; d. la condanna deve essere contraria alla dignità della carica, ossia di una gravità giuridica o politica di rilievo se rapportata alla rispettiva carica pubblica.

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