Ticino e Grigioni

Referendum finanziario addio

Archiviata dal Parlamento l'idea di chiamare al voto i cittadini su taluni investimenti e spese

  • 25.02.2015, 17:32
  • 07.06.2023, 05:21
Bocciato il referendum finanziario obbligatorio propugnato da Sergio Morisoli

Bocciato il referendum finanziario obbligatorio propugnato da Sergio Morisoli

  • ©Ti-Press

Il principio di una consultazione popolare automatica per nuove spese e investimenti decisi dal Parlamento, che per il mozionante di Area Liberale Sergio Morisoli era un buon deterrente contro l'aumento della spesa pubblica, non ha convinto il consesso. Per la maggioranza del Gran Consiglio, il freno ai disavanzi entrato in vigore l'anno scorso basta e non vi è l’esigenza di ulteriori misure e ha così bocciato, ma solo di misura, il referendum finanziario obbligatorio con 34 sì, 30 no e 2 astenuti.

La stessa direttrice del DFE, Laura Sadis, ha bocciato l’idea, ricordando la serie di meccanismi "virtuosi di freno al deficit adottati con maggioranze qualificate, senza banalizzare scelte decise in votazione popolare", posti in atto proprio al fine di tenere sotto controllo la spesa pubblica e impiegando sempre la massima trasparenza. Sadis ha poi condannato "i tristi interventi sentiti in Parlamento, volti a mistificare quanto fatto" dal Governo in materia.

Prima del voto, Morisoli aveva precisato che la sua iniziativa dava possibilità al popolo di giudicare se una determinata spesa che lo colpisce come finanziamento diretto ha ragione di essere o no. "In 19 cantoni si fa in questo modo", ha rilevato il deputato, “modo invidiato da vari paesi europei, senza contare che sulla spesa si potrà decidere se accogliere o no quanto proposto dai politici".

00:24

L'intervento di Sergio Morisoli sul referendum finanziario obbligatorio

RSI Info 25.02.2015, 16:58

Se UDC e Lega hanno appoggiato la mozione, i PPD si sono invece spaccati in proposito, con una parte (invero minoritaria) della deputazione ostile al testo di Morisoli. Dal canto loro, i liberali-radicali hanno respinto severamente l’idea. Roberto Badaracco ha rimarcato che il suo partito non vuole scaricare sui ticinesi "un impegno che spetta a chi da loro è stato eletto", senza contare che "pragmatismo e logica chiedono il contrario". Abusare della pazienza dei cittadini svilisce pure il ruolo del Parlamento e lo "destituisce delle sue prerogative legali, azzerandone il valore".

Negativo pure il parere del PS, che per voce di Pelin Kandemir Bordoli ha posto l’accento sull’inutilità di "chiamare alle urne i votanti su tali temi, banalizzando così l’efficacia di questo strumento", e sulla stessa base si sono espressi i Verdi ticinesi, i quali hanno rimarcato l’inopportunità di chiamare al voto i cittadini, già abbastanza oberati dalle preoccupazioni legate all’attuale momento congiunturale, che hanno nominato dei loro rappresentanti proprio per avere qualcuno che svolga il lavoro dei deputati.

00:23

La replica del relatore di maggioranza, Matteo Quadranti

RSI Info 25.02.2015, 17:01

Il relatore del rapporto di maggioranza, Matteo Quadranti, ha in conclusione voluto evidenziare che non c’è arroganza nel compiere il proprio lavoro e che i granconsiglieri non hanno e non devono aver paura del popolo, semplicemente perché se si fa il proprio lavoro con la dovuta coscienza, nessuno ha nulla da temere.

Red. MM/EnCa

Dal TG20

Dal Quotidiano

02:18

CSI 18.00 del 25.02.2015 - Il servizio di Alberto Tettamanti

RSI Info 25.02.2015, 18:46

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Ti potrebbe interessare