Il preannunciato scambio di dipartimenti tra i consiglieri di Stato leghisti Norman Gobbi e Claudio Zali continua a tener banco in Ticino. Se a Bellinzona il Governo ha iniziato stamattina ad affrontare il tema, ma senza lasciar trapelare nulla, a scaldare il dibattito ci hanno pensato alcuni granconsiglieri che mettono in dubbio la legittimità del cosiddetto arrocco, almeno così come è stato presentato dai diretti interessati.
I primi a muoversi, con un’interpellanza urgente, sono stati i deputati dell’MPS Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini che in sostanza chiedono se lo scambio sia compatibile con il regolamento e l’organizzazione del Consiglio di Stato. Sergi e Pronzini si soffermano in particolare sul fatto che il regolamento del Consiglio di Stato prevede la ripartizione dei dipartimenti o all’inizio della legislatura o in seguito a un’elezione complementare. “Non ci pare che la richiesta dei due consiglieri di Stato corrisponda ai tempi indicati” si legge nel testo inoltrato.
Da parte sua, il granconsigliere del Centro e avvocato Gianluca Padlina oggi (martedì) ha pure interpellato con urgenza il Governo per esprimere dubbi sul fatto che una decisione di tale portata possa essere risolta con una maggioranza di 3 ministri su 5.
Partendo dal presupposto che l’attribuzione dei dipartimenti è regolato dalla legge e dal regolamento del Consiglio di Stato, l’ultima decisione sull’organizzazione dei dipartimenti è quella del giorno dell’insediamento, nell’aprile di due anni fa. Per modificare quella decisione, sostiene il deputato del Centro, l’articolo 69 capoverso 2 della Costituzione cantonale indica che per ogni revoca, sospensione o modifica di atti individuali e concreti del Governo occorre il voto concorde di almeno 4 membri. In questo senso Padlina chiede anche se in Consiglio di Stato è già stata presa una decisione e se, sì, quale tipo di maggioranza è stata applicata.
Da quello che si è potuto capire, lo scambio in seno al Governo godrebbe del sostegno - oltre che dei due diretti interessati - anche di un altro collega. Altri due invece, pur senza esprimersi pubblicamente, sarebbero piuttosto contrari.
Padlina torna pure sull’apertura dell’anno giudiziario di lunedì mattina, occasione durante la quale i due ministri leghisti hanno ufficializzato l’intenzione dello scambio. “La partecipazione del direttore del DT (…) è stata preannunciata al Presidente del Tribunale d’appello e a tutti i membri del Consiglio di Stato?” Il deputato del Centro chiede pure se il resto del Governo era a conoscenza della “circostanza per cui il direttore del DT si sarebbe presentato a Magistrati ed Avvocati quale nuovo Direttore del Dipartimento delle istituzioni”.
Scetticismo tra il lettori del mattinonline
Se tra gli addetti ai lavori i dubbi giuridici e procedurali sembrano per ora prevalere, dubbi sull’operazione stanno sorgendo anche in casa leghista, almeno tra i lettori del mattinonline.ch. Stando a un sondaggio effettuato sul portale online il 54,7% ha espresso un giudizio negativo scegliendo l’opzione “È solo una manovra per conservare le poltrone: non cambia nulla per i ticinesi”. Solo il 17,6% ha valutato invece positivamente l’arrocco.

L'arrocco genera critiche e perplessità
Il Quotidiano 02.06.2025, 19:00