Marco Siciliano, il fisioterapista che nel 2010 uccise la moglie nella sua casa di Obino, continuerà a scontare l'ergastolo nel carcere della Stampa. L'uomo non verrà quindi trasferito in Romandia, come avrebbe voluto la direzione del penitenziario ticinese. La sentenza del Tribunale federale è stata pubblicata oggi, martedì.
Si trova alla Stampa dal novembre del 2010 per scontare il carcere a vita. Sei mesi prima aveva ucciso la moglie incinta, tentando di decapitarla, portando poi il cadavere nel baule in riva al lago di Como, dove infine gettò il cadavere.
La direzione della prigione, nel 2016, aveva deciso di spostarlo nel penitenziario di Bellevue, a Gorgier, nel canton Neuchâtel per motivi di sicurezza e ordine interno. Il fisioterapista si oppose, inizialmente senza successo. La Divisione della giustizia del Dipartimento delle istituzioni respinse infatti il suo reclamo. La questione passò dunque alla Corte dei reclami penali del Tribunale d'appello, la quale il 17 luglio diede ragione a Siciliano, bloccando il trasferimento.
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