Gli inquirenti stanno indagando su come sia giunto in Svizzera il secondo "Bacco" di Caravaggio, copia del dipinto esposto agli Uffizi attribuita da più perizie alla scuola del maestro vissuto a cavallo fra '500 e '600. Il quadro è bloccato in un caveau del punto franco di Chiasso su richiesta italiana, perché una quota, conferma il colonnello dei carabinieri di La Spezia Gianluca Valerio, appartiene a familiari di Santo Abossida, 'ndranghetista freddato nel 2012 in Calabria. Si è ricostruito che l'opera era stata esposta nel 2013 in Vaticano, spiega l'ufficiale, ma stando ai resoconti di quell'evento già allora arrivò dalla Svizzera.
Il legame con la moglie e la sorella del malavitoso è un elemento singolare "perché da tempo avevamo il sentore che le organizzazioni criminali stessero diversificando i loro investimenti anche verso i beni culturali, con plusvalenze a volte non quantificabili", spiega Valerio.
Il Ministero pubblico della Confederazione conferma di aver ricevuto una richiesta di assistenza giudiziaria dall'Italia, attualmente in esecuzione. In territorio elvetico sono stati rintracciati anche conti e una cassetta di sicurezza con oggetti di valore, per complessivi 700'000 euro.
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