L'accusa ha chiesto condanne a 15 anni di carcere per il padre e 14 anni e 6 mesi per la madre al processo in corso alle Assise criminali di Lugano nei confronti di una coppia del Bellinzonese, in aula per i ripetuti atti sessuali (oltre 130 quelli ricostruiti) commessi su un lungo arco di tempo con i loro bambini.
"Faccio fatica a chiamare i due 'genitori' per quanto hanno commesso", ha detto nella sua requisitoria la procuratrice pubblica Marisa Alfier. "Qui le uniche vittime sono i figli", ha affermato ripercorrendo i momenti salienti della vita dei quattro e sottolineando il clima che regnava in casa, un clima di controllo e terrore. Ha citato le botte del papà sui figli e il controllo esercitato in particolare sulla bambina, isolata anche dai suoi coetanei. Un comportamento da "padre padrone", ha aggiunto.
PP 12.00 del 13.11.19 - Il servizio di Francesca Calcagno
RSI Info 13.11.2019, 12:50
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La procuratrice ha descritto poi come, ad un certo punto, la mamma sia stata esclusa dal rapporto tra padre e figlia. Quando, sempre secondo la procura, l’uomo nel 2013 ha cominciato ad avere rapporti completi con la ragazzina.
La pubblica accusa non ha risparmiato parole dure anche per la donna, che non si è opposta agli abusi sui figli, costretti nei primi anni a partecipare ad atti sessuali di gruppo: "Oggi piange, doveva farlo allora". Il processo riprenderà giovedì mattina con le arringhe difensive.
A denunciare fu la ragazza
Il caso era venuto alla luce nel 2016 con la denuncia della ragazza, che ha trovato la forza di parlare dopo essere stata messa in un foyer, con gli educatori. Oggi è in terapia e non ha più rapporti con la famiglia, nemmeno con il fratello che invece sente ancora regolarmente i genitori e al suo avvocato ha detto di "non inferire" su di loro in aula.