“Il momento di andare a dormire può trasformarsi in una vera sfida per molti genitori”. Lo racconta un papà a “Chiedilo al Doc” (la serie di approfondimenti di Prima Ora per affrontare i dubbi legati alla genitorialità) in cui il dottor Andreas Wechsler, pediatra e specialista della crescita e dello sviluppo del bambino, risponde ai dubbi educativi con competenza e chiarezza.
ILa figlia di 9 anni fatica ad addormentarsi, si agita, cerca continuamente la presenza dei genitori e finisce per addormentarsi solo accanto a loro. Una situazione comune, spiega Andreas Wechsler: i disturbi del sonno infantile non organici (cioè non legati a cause mediche) riguardano circa un bambino su tre.
Il primo passo è capire il fabbisogno reale di sonno. “A nove anni la variabilità della norma è ampia: tra 8 e 11 ore,” dice il medico. Se si mette a letto un bambino che ha bisogno di 9 ore di sonno, ma ci si aspetta che ne dorma 11, è normale che non riesca ad addormentarsi subito. Per questo, Andreas Wechsler consiglia di monitorare per circa due settimane le ore effettive di sonno, per capire il suo ritmo naturale.
Il secondo punto riguarda l’ansia da separazione. A questa età, il bambino può vivere il momento del sonno come un distacco. Il genitore, però, non deve cercare di spiegare o rassicurare troppo. “Non mettere cerotti dove non ci sono ferite” sottolinea il pediatra. Frasi come “la mamma è qui” possono paradossalmente alimentare l’ansia. Perché, dove potrebbe essere altrimenti la mamma?
La strategia in questi casi? Essere presenti, ma non disponibili. Durante il rituale della buonanotte, il genitore è attivo. Dopo, cambia modalità: risponde se necessario, ma non torna indietro. “Muro di gomma” lo definisce il dottore, che significa che non si ignora il bambino, ma solo il suo stato d’animo non corretto. Si risponde quindi con un “sì giapponese”: “Sì, ho capito, ma ci siamo già salutati”.
Per aiutare il bambino a gestire l’ansia, esistono anche strumenti come la mindfulness o l’ipnosi pediatrica, che non negano l’emozione, ma insegnano a gestirla.
Infine, una rassicurazione: questi problemi non sono destinati a durare. Se affrontati con equilibrio, i bambini sono capaci di voltare pagina. “Tu l’accompagni, lei lo risolve,” conclude Andreas Wechsler.
Potete mandare le vostre domande per il dott. Andreas Wechsler scrivendo a Chiedilo al Doc.
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