Il Gran Consiglio ticinese ha accolto giovedì a larghissima maggioranza il credito aggiuntivo di 87 milioni di franchi per coprire i costi di realizzazione del tram-treno del Luganese. I promotori intendono iniziare al più presto con i lavori. Ma a che punto siamo e cosa cambierà nei prossimi anni? SEIDISERA lo ha chiesto al direttore della RTTL, Alberto Del Col. “Nel corso dell’anno”, ha risposto l’ingegnere, “abbiamo deliberato ben otto diversi mandati di progettazione. Siamo contenti perché con questa operazione siamo riusciti a coinvolgere oltre venti uffici di ingegneria e, tranne uno, tutti gli uffici hanno sede o sono prettamente ticinesi”.

Tram-treno, il punto sui tempi
Il Quotidiano 19.12.2025, 19:00
Qual è il programma da qui all’inizio dei cantieri e poi fino alla fine, alla messa in esercizio?
“I primi appalti saranno quelli legati alla galleria. È nostra intenzione pubblicarli già nella primavera del prossimo anno, perché l’obiettivo che intendiamo confermare è quello di partire con i lavori principali durante il primo semestre del 2027. Obiettivo finale, senza delle riserve temporali, è poi quello di arrivare a mettere in esercizio il progetto ampliato nel corso del 2035”.
Quindi il primo cantiere sarà la galleria. In concreto, quando si potrebbero vedere i primi movimenti?
“Il primissimo lotto che partirà sarà quello che collegherà la stazione di Lugano, anche attraverso il sottopasso che è stato inaugurato la scorsa settimana, con la linea nuova che andremo a costruire. Andremo poi subito dopo, con uno sfasamento di pochi mesi, sul lato portale Vedeggio, perché da là scaveremo la gran parte della galleria, per poi aprire successivamente anche il cantiere del portale sul lato Lugano, cantiere che sarà molto complesso e quindi ci prendiamo il tempo necessario per sviluppare tutti gli accorgimenti”.
Lei per anni è stato coinvolto in AlpTransit. Quanto è più semplice o magari più complicata la realizzazione proprio dell’opera, diciamo così, principale, ovvero la galleria che dalla valle del Vedeggio porta in centro a Lugano?
“Diciamo che queste sfide multidisciplinari sono complesse. A prescindere poi dai volumi e dai grandi numeri. Evidentemente il Ceneri era più grande, ma la rete tram-treno non ha niente da invidiare e ci sottoporrà tutta una serie di problematiche e di impegni. Ma è un po’ quello che a noi piace, diciamo”.
Si è discusso anche tanto di qualcosa che non fa parte di questo progetto in senso stretto, o meglio della tappa prioritaria, ma è la linea di collina. Lei da tecnico vede eventualmente poi un futuro?
“Un futuro smantellamento non sarà prima del 2036 e negli anni a seguire. Quindi ci sarà la possibilità per chi vorrà far valere le proprie argomentazioni, di portarlo nelle opportune sedi quando si parlerà di quell’oggetto specifico”.








