Ticino e Grigioni

Tram-treno, per Zali bisogna continuare malgrado il sorpasso

Il consigliere di Stato risponde alle obiezioni democentriste - Il rapporto sulla nuova richiesta di credito arriva in Gran Consiglio nella sessione del preventivo che inizia lunedì

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RG 07.00 del 15.12.2025 Il servizio di Romina Lara

RSI Info 15.12.2025, 10:10

Di: Radiogiornale - Romina Lara /pon 

“Io farò un appello alla responsabilità perché non voglio nemmeno pensare che un progetto sostenuto dalla Confederazione con 500 milioni di franchi debba subire una battuta d’arresto perché il Cantone e i Comuni non vogliono fare la loro parte per il sorpasso di spesa che c’è stato”: così Claudio Zali ai microfoni della RSI, in risposta alla richiesta dell’UDC di ritirare il rapporto sul finanziamento del tram-treno del Luganese. Rapporto che figura all’ordine del giorno della sessione di dicembre del Gran Consiglio ticinese, incentrata sul preventivo per il 2026, che inizia lunedì e si protrae fino a giovedì.

Come già noto, il progetto che - nella stima del 2024 - doveva costare 490 milioni di franchi, secondo i calcoli aggiornati supererà i 760 milioni. Il Consiglio di Stato ha quindi inviato in Parlamento il 10 settembre un messaggio per chiedere un credito supplementare di 87,39 milioni (la quota in più a carico del Cantone) e un’autorizzazione di spesa di oltre 262 milioni. La Confederazione aveva confermato il proprio impegno con la risposta del Consiglio federale a un atto parlamentare di Piero Marchesi: il sorpasso per il tratto Bioggio-Manno, si leggeva, va a carico del Cantone, mentre il tratto Bioggio-Lugano Centro è “finanziato al 100% dal Fondo per l’infrastruttura ferroviaria”.

Da parte democentrista, “sono state sollevate delle presunte questioni riguardo alla capacità del mezzo di portare in città un numero sufficiente di persone. Vi sono dei calcoli, vi sono delle perizie, siamo convinti del lavoro che è stato fatto e ritengo veramente irresponsabile che si possa mettere a rischio un progetto del genere per puri interessi politici personali”, ha proseguito Zali, accennando all’ambizione dell’UDC di portare un proprio rappresentante in Governo alle prossime elezioni cantonali, a scapito della seconda poltrona leghista.

Per il capo del Dipartimento del territorio, queste criticità non ci sono, “sono delle invenzioni ad arte nel momento dove si può fare più danno. Fa parte del progetto approvato - non da me ma dall’Ufficio federale dei trasporti - anche un calcolo del fabbisogno della capacità del nuovo mezzo che è ritenuta adeguata e sufficiente alle esigenze almeno del prossimo decennio”. La messa in esercizio della rete, lo ricordiamo, è prevista per il 2035.

Quanto all’opportunità di fare investimenti in un momento di difficoltà finanziaria, Zali ribatte che “quelli di cui abbiamo parlato adesso ritengo siano assolutamente prioritari. Quindi i risparmi non saranno fatti né a danno dell’infrastruttura ferroviaria, stradale o il tram treno in questo caso, e nemmeno nella gestione di un trasporto pubblico che rimane l’unica alternativa ragionevole ad una mobilità individuale che soffoca”.

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