APPROFONDIMENTO

Un caffè che vale un capitale

I Caffè narrativi invitano a condividere con gli altri partecipanti storie di vita: un patrimonio prezioso - Un progetto declinabile per tutte le generazioni - Sono stati dimostrati effetti positivi per la salute

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Le storie delle persone, raccontate al Caffé

Il Quotidiano 10.11.2025, 19:00

  • Ricardo Torres / REC
Di: Debora Caccaviello, videomaker: Julie Kühner - Riccardo Prioglio

Per prima cosa viene scelto il luogo: può essere una biblioteca, un parco, ma pure il salotto di casa. Poi, chi modera il Caffè narrativo identifica un tema di discussione accessibile a chiunque, dall’amore per la musica al lutto, passando per i luoghi del cuore o - più universalmente - l’acqua. Per partecipare non occorre insomma nessuna competenza particolare, solo il desiderio di raccontare o ascoltare esperienze di vita, in un ambiente intimo e rispettoso di ogni voce. Sono “dei momenti e dei luoghi in cui le persone si sentono a loro agio e in cui possono incontrarsi senza dover aver studiato, senza esser preparati, ma semplicemente portando il capitale più grande che abbiamo tutti noi: la nostra vita”, spiega ai microfoni della RSI il codirettore della Rete dei Caffè narrativi Renato Martinoni. 

Un momento del Caffé narrativo organizzato nella sede luganese dell'ATTE

Un momento del Caffé narrativo organizzato nella sede luganese dell'ATTE

  • RSI

Ricordi condivisi, emozioni comuni

All’Associazione Ticinese Terza Età (ATTE) di Lugano, dove si è tenuto uno dei 7 appuntamenti del ciclo organizzato in diversi centri diurni ticinesi, ci accoglie Valentina Pallucca Forte. È la coordinatrice della Rete caffè narrativi per la Svizzera italiana e in questa occasione ha anche il ruolo di moderatrice. Alla dozzina di signore (questa volta sono tutte donne) che hanno deciso di provare questa nuova esperienza presenta il tema dell’incontro: ricordi condivisi, emozioni comuni. Dapprima le partecipanti intervengono con frasi brevi, concise e controllate. Poi, ad un certo punto, si crea la magia: a turno quasi tutte prendono la parola e raccontano aneddoti che scatenano ogni tipo di emozione in chi ascolta.

Episodi buffi, altri che lasciano trapelare ferite mai rimarginate, altri ancora che suscitano sorpresa in tutto il gruppo. Come l’intervento di Vincenza, novantenne piena di energia, che alla domanda ‘qual è stato il giorno più felice della vostra vita?’ risponde: “quando ho preso la patente! Mi son sentita libera di volare e questo era molto bello!”. Le partecipanti si ritrovano così sull’onda dei ricordi: quando erano giovani - spiegano alla moderatrice che appartiene a un’altra generazione - le donne non avevano ancora il diritto di voto (“che fatica questa conquista in Svizzera”, ricorda Norma), a casa facevano tutto loro e solo poche ragazze accedevano agli studi superiori. Una pagina di Storia prende vita con i loro racconti. Poi Valentina Pallucca Forte le riconduce al presente, le invita a condividere qualche momento intenso avvenuto di recente. Una partecipante rivela di aver superato una pesante sfida di salute: una coraggiosa confessione che viene accolta con rispettoso silenzio e poi premiata con un caldo applauso.

Ai Caffé narrativi ogni partecipante arricchisce l'incontro condividendo racconti autobiografici

Ai Caffé narrativi ogni partecipante arricchisce l'incontro condividendo racconti autobiografici

  • RSI

Ogni esperienza di vita conta

“Quando vai in pensione ti senti un po’ inutile”, confida nel corso dell’intervista la 68enne Antonia, “lavorare 8 ore al giorno e poi trovarti tutto d’un colpo senza niente... E ti chiedi: ‘ma adesso a cosa servo io?’. Invece queste situazioni (i Caffè narrativi) ti servono per dire: ‘no, tu sei una parte del vissuto. Puoi raccontare quello che hai vissuto, puoi dire le tue emozioni. È molto importante”. E il codirettore della Rete, Renato Martinoni, conferma: “Il fatto di essere stati ascoltati, di aver visto che la nostra storia di vita vale quanto quella degli altri, che quello che noi abbiamo da raccontare - il nostro capitale ed esperienza di vita - è stato ascoltato da altri ha un beneficio sull’autostima, che è uno degli elementi importanti per la socializzazione”.

Un caffé che fa bene alla salute

Promozione salute Svizzera ha realizzato una valutazione dei Caffè narrativi e conferma che aiutano a combattere la solitudine e a promuovere la salute psichica. Il progetto ha ricevuto il sostegno dei Programmi d’azione cantonali (PAC). Ed è pure molto versatile: il modello si presta per un pubblico di ogni età. “Quest’anno abbiamo messo molto il focus sulla persona anziana, anche grazie a questo inserimento all’interno del PAC di questo quadriennio, ma sicuramente è positivo organizzare caffè narrativi anche con pubblici diversi, quindi anche intergenerazionali”, spiega la coordinatrice per la Svizzera italiana. “Il metodo si applica anche ai giovani, alle scuole, ai gruppi di amici... Insomma, può davvero essere utilizzato dappertutto”, continua Martinoni. “Il nostro sforzo è quello di far sì che sia accessibile e facilmente utilizzabile. E sta andando bene. Ci vuole un po’ di impegno”.

Uno degli obiettivi principali per cui è nato il progetto era proprio quello di riuscire a creare dei contesti di socializzazione, il meno impegnativi possibile e che permettessero una lotta all’esclusione sociale o all’isolamento. 

Renato Martinoni, codirettore della Rete dei Caffè narrativi

Valentina Pallucca Forte è la coordinatrice della Rete caffè narrativi per la Svizzera italiana

Valentina Pallucca Forte è la coordinatrice della Rete caffè narrativi per la Svizzera italiana

  • Ricardo Torres / REC

Come diventare moderatrici o moderatori

Chiunque può attivare un Caffè narrativo, la Rete offre tutti gli strumenti per acquisire le competenze necessarie. “Siamo sempre a caccia di moderatori e moderatrici, anzi invito davvero chi volesse provare a farsi avanti”, suggerisce Valentina Pallucca Forte. “Noi organizziamo regolarmente dei corsi introduttivi per la moderazione di caffè narrativi. Sono dei corsi brevi e gratuiti, durano un pomeriggio e forniscono le basi per la moderazione”. E a lei, che cosa regala moderare i Caffè narrativi? “Esco sempre con l’impressione di aver imparato qualcosa di nuovo ascoltando i racconti delle persone che partecipano. Resto stupita per qualche aspetto particolare. Vengo a conoscenza di cose, di aspetti della vita magari della vita di qualche decennio fa che non conoscevo e per me è sempre un grande arricchimento”. 

Un momento di un Caffé narrativo organizzato al museo

Un momento di un Caffé narrativo organizzato al museo

  • Ricardo Torres / REC

La storia dei Caffè narrativi

“Fin dalle origini, i caffè narrativi rappresentano una pratica profondamente democratica e umana, che rafforza il legame sociale e il benessere individuale in una società ricca di diversità”, così viene spiegata l’origine di questa iniziativa sul portale nazionale della Rete dei Caffè narrativi in occasione dei 10 anni di attività in Svizzera. Nati nel 2015 nella Svizzera tedesca, dopo qualche anno di sperimentazione sono stati attivati anche nella Svizzera italiana e nella Svizzera romanda. Al centro del progetto, fin dagli inizi, la pratica di condividere un racconto autobiografico all’interno di un gruppo.

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Come funzionano i Caffè narrativi

RSI Info 30.10.2025, 09:50

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