La violenza domestica e i maltrattamenti in ambito famigliare ai danni di minorenni restano un problema anche in Ticino. Ed è notizia di ieri quella di una denuncia da parte del personale sanitario che ha portato prima alla segnalazione di di un agente di polizia comunale per l’ipotesi di maltrattamenti e infine al suo arresto con l’accusa di atti sessuali ai danni di fanciulli.
SEIDISERA ha intervistato il dottor Alessandro Bianchi che, all’interno del servizio di Pronto soccorso dell’Ente ospedaliero cantonale ticinese, coordina il gruppo di lavoro sulla violenza domestica.
“Nel 2024 abbiamo censito circa 230 casi di violenza domestica: le vittime sono prevalentemente di sesso femminile (circa l’80%). Un dato in linea con la letteratura internazionale riguardo a questa tematica. Nella prima metà del 2025 abbiamo già registrato 80 casi; le proporzioni restano sostanzialmente invariate”, spiega il dottor Alessandro Bianchi.
Viene offerta anche la possibilità di contattare la polizia qualora la persona voglia sporgere denuncia. Una possibilità che rassicura un poco le vittime. “Come ospedale offriamo, prima di tutto, uno spazio sicuro, dove la vittima di violenza viene creduta e curata. Ci offriamo anche di contattare la polizia, che può ascoltare la vittima, direttamente in pronto soccorso. Rispetto al passato, non esiste più la segnalazione fatta d’ufficio, senza la volontà della vittima. La polizia può intervenire anche da noi, per mettere in sicurezza la vittima, allontanando il molestatore oppure trovando una soluzione diversa: la casa protetta, per esempio. Ogni caso viene analizzato e seguito in maniera specifica”.
Se tra le vittime ci sono minorenni, vengono coinvolti anche i colleghi del reparto di pediatria. “La pediatria, ormai da più di una quindicina d’anni, ha un gruppo che si occupa del maltrattamento infantile. Ci confrontiamo con i colleghi anche attraverso un picchetto che offre il gruppo di pediatria, specifico per il maltrattamento infantile. Tante volte proponiamo alla madre una presa a carico congiunta, insieme con i figli, oppure cerchiamo la strategia migliore per aiutare il minore e la vittima. Spesso è la madre”.
Proprio considerando il ruolo fondamentale che il personale sanitario può avere nel riconoscere i casi legati alla violenza domestica, ricordiamo che la SUPSI, in collaborazione con l’Istituto di Medicina Legale, ha creato un corso di studi avanzati che sta formando infermieri forensi. L’ispirazione sono il Canton Zurigo e il Canton Vaud, dove esistono queste figure. Cantoni che hanno fatto da apripista.
Atti sessuali con fanciulli: arrestato un agente della polizia comunale
SEIDISERA 28.07.2025, 18:00
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Agente arrestato per atti sessuali con fanciulli
Il Quotidiano 28.07.2025, 19:00