È stata una delle pagine più vivide della recente storia della Svizzera italiana: lo sciopero delle maestranze FFS - sostenuto da migliaia di cittadini - contro la chiusura delle Officine di Bellinzona. Ne nacque un’iniziativa popolare, forte di quasi 15’000 firme raccolte dall’omonima Associazione, sorta sulla scia dello sciopero.
Da allora sono trascorsi 11 anni. Dopo vari tentennamenti e pause di riflessione, il progetto ideato per salvare il salvabile approda davanti al popolo, che potrà dire la sua il prossimo 19 maggio.
In molti, pur sottolineandone il valore storico e gli effetti ottenuti, rimproverano all’iniziativa il fatto di essere ormai superata dagli eventi, dopo l’accordo raggiunto qualche mese fa dalla città di Bellinzona, dal Cantone e dalle FFS per il trasferimento delle Officine a Castione. È dunque ancora necessaria? E quali sono le prospettive di uno stabilimento industriale tanto importante come le Officine per la Svizzera italiana?
mercoledì 17 aprile 2019, ore 20.15
Teatro Sociale, Bellinzona
Modem organizza una serata pubblica in cui si confronteranno fautori e contrari. All’incontro pubblico - aperto a tutti - interverranno:
Mario Branda, sindaco di Bellinzona;
Christian Vitta, consigliere di Stato;
Gianni Frizzo, presidente dell’Associazione “Giù le mani dall’Officina”
Pietro Gianolli, già segretario del SEV, il Sindacato del personale dei trasporti.
Al termine verrà offerto a tutti i presenti un rinfresco.
Una sintesi del dibattito sarà diffusa giovedì 18 aprile alle ore 8.20 su Rete Uno, mentre la versione integrale della serata potrà essere riascoltata o scaricata all’indirizzo: rsi.ch/modem